ROMA – In Italia i redditi delle famiglie languono: la crisi restituisce un Paese sempre più diviso, dove il Sud è ancora in emergenza, sganciato dal resto della Penisola nonostante i duri colpi inferti dalla recessione al Nord. Nel 2011 la ricchezza pro-capite nel Mezzogiorno si ferma a 13.400 euro, inferiore di un quarto rispetto alla media nazionale, pari a circa 18 mila euro, e di oltre un terzo a confronto con il Nord, dove il budget per abitante arriva a 20.800 euro.
A fare i conti è l’Istat, che nel rapporto sul ‘Reddito disponibile delle famiglie nelle Regioni italiane’ stila anche la classifica territoriale, dove ad ottenere il primo posto è la Provincia autonoma di Bolzano (22.847 euro), togliendo lo scettro alla Valle d’Aosta, in seconda posizione, e scavalcando pure l’Emilia Romagna, sull’ultimo gradino del podio. In fondo alla graduatoria si confermano Calabria, Sicilia e Campania, che vedono la ricchezza scivolare tra i 13 e 12 mila euro a testa.
Ecco che la distanza tra l’Italia meridionale e il dato complessivo riferito al Paese diventa del 25,5%. Un divario che sale al 35,7% se si fa il confronto con il Nord. Lo spread a svantaggio del meridione torna così ad alzarsi, anche se a piccoli passi, dopo aver toccato i minimi del 2009, quando il tracollo economico aveva riavvicinato i due poli. Insomma inizialmente la crisi ha spolpato sopratutto il Nord, mentre il Sud era già in ginocchio; ora il perdurare della debolezza sembra pesare sul Mezzogiorno, incapace di scatti in avanti. Infatti nel 2011 i redditi delle famiglie, a prezzi correnti, segnano i rialzi maggiori in Italia settentrionale, con il Centro-Sud in ritardo.
Guardando a tutto il Paese, il reddito a disposizione delle famiglie nel 2011 in valori correnti è in risalita del 2,1% su base annua, mentre il recupero si ferma allo 0,4% rispetto al 2008. Vantaggi però erosi dall’inflazione e che svaniscono a livello pro-capite: il guadagno in tre anni si riduce dell’1,2%. I ribassi più forti li subisce il Nord Ovest, in particolare la Liguria, mentre la parte orientale resistite.
Ecco che dai dati dell’Istat emerge non solo un Paese diviso in due, ma anche un’Italia settentrionale scissa. L’Istat rileva delle differenze anche nel tipo di reddito. In particolare, nel 2011 risale sia il budget da lavoro dipendente sia quello derivante dalle proprieta’ di abitazioni, mentre continuano a scendere i redditi da capitale, che tra l’altro comprendono interessi, dividendi e altri utili forniti dalle societa’. Passando alla redistribuzione del reddito, nel 2011 l’Istituto di statistica segna un aumento delle prestazioni sociali, mentre cala il peso delle imposte correnti sul reddito, confermandosi superiore nelle regioni settentrionali.
I dati dell’Istat preoccupano sia i sindacati che i consumatori. Per l’Ugl ”è ormai improcrastinabile la creazione di una cabina di regia nazionale” per il rilancio delle aree svantaggiate; sulla stessa linea il Codacons, che accusa come ”il problema del Mezzogiorno in questi anni sia stato del tutto trascurato”.
Il reddito, regione per regione
ROMA – Ecco una tabella che, Regione per Regione, indica il livello del reddito disponibile per abitante nel 2011, espresso in euro, secondo i dati diffusi dall’Istat. A fronte di un valore medio nazionale pari a circa 18 mila euro, c’è il Nord con 20.800 euro e il Sud con solo 13.400.
Al primo posto della classifica si piazza la provincia autonoma di Bolzano, mentre l’ultima posizione spetta alla Campania.
REGIONE REDDITO PRO CAPITE
Bolzano 22.847
Valle d’Aosta 22.495
Emilia Romagna 21.590
Lombardia 21.082
Friuli Venezia Giulia 20.677
Piemonte 20.431
Liguria 20.304
Veneto 20.113
Trento 19.642
Lazio 19.580
Toscana 19.471
Marche 19.055
Umbria 17.885
Abruzzo 15.391
Molise 15.198
Sardegna 14.938
Basilicata 14.276
Puglia 13.687
Calabria 13.232
Sicilia 12.970
Campania 12.522
NORD OVEST 20.800
NORD EST 20.800
CENTRO 19.300
MEZZOGIORNO 13.400
ITALIA 17.979