Wwf vuole usare i ‘droni’ per proteggere gli animali

NEW YORK  – Da giorni il Congresso degli Stati Uniti è alle prese con il dibattito sulla giustificazione legale dell’utilizzo dei droni contro cittadini Usa all’estero legati ad al Qaida, ma allo stesso tempo, nessuno mette in dubbio la possibilità di servirsi di aerei senza pilota per scopi civili: li chiamano ‘droni buoni’, e vengono usati dal Dipartimento dell’Interno, per esempio nello studio dei fenomeni atmosferici, e contro gli incendi. E ora, anche il Wwf sta mettendo a punto un ‘arsenale’ ultratecnologico per proteggere le specie di animali a rischio e combattere il bracconaggio, in Africa e in Asia: grazie ad un progetto hi-tech da cinque milioni di dollari finanziato da Google, entro la fine dell’anno entrerà in azione il primo ‘sorvegliante del cielo’ in un Paese africano o asiatico – il cui nome verrà annunciato nelle prossime settimane – per combattere il commercio illegale di fauna selvatica.

Nel 2014 un altro sofisticato velivolo senza pilota verrà poi utilizzato in una seconda zona. Lo scopo – ha fatto sapere l’organizzazione ambientalista – è quello di monitorare le aree più impervie, seguendo gli spostamenti dei cacciatori di frodo e degli animali.

L’annuncio del progetto è arrivato dopo l’allarme lanciato nei giorni scorsi per l’uccisione di 688 rinoceronti in Sudafrica nel 2012.

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