Bce, euro forte: è ritorno alla fiducia

FRANCOFORTE – I tassi restano inchiodati allo 0,75%, ma l’euro forte si fa strada nell’agenda della Banca centrale europea, che promette un ”attento monitoraggio” del tasso di cambio per le sue implicazioni sulla ripresa dell’Eurozona.

In una conferenza stampa occupata per una buona metà dalle domande sul caso Montepaschi e sul salvataggio della banca irlandese Anglo-Irish, il presidente della Bce Mario Draghi si è spinto oltre il classico ‘mantra’ secondo cui i tassi di cambio non sono obiettivo dell’Eurotower. E in una giornata in cui in Italia il nervosismo ha dominato i mercati (con lo spread che ha anche toccato i 300 punti base), Draghi ha esordito dicendo che ”l’apprezzamento, in un certo senso, è un segno di ritorno di fiducia nell’euro”. Tuttavia, di fronte al balzo delle quotazioni che minaccia l’export dell’Eurozona e quindi le fragili prospettive di ripresa, ha spiegato:

– Il tasso di cambio è importante per la crescita e la stabilità dei prezzi, certamente dovremo vedere se questo apprezzamento sarà sostenuto e cambierà le nostre valutazioni sui rischi per la stabilità dei prezzi.

Di fronte a un euro balzato a inizio febbraio oltre 1,37 dollari, ai massimi di 15 mesi, c’è da difendere la crescita, visto che ”la debolezza economica dell’Eurozona” che continuerà nella prima parte del 2013, con una ripresa ”graduale” che comincerà a farsi vedere solo nella seconda metà dell’anno. Una posizione cauta, ma che mostra una Bce più attenta al problema posto dal ‘super-euro’ mentre le politiche più aggressive messe in atto da Usa e Giappone stanno di fatto svalutando dollaro e yen rendendo il rispettivo export più competitivo: si parla di una ‘guerra delle valute’, mentre sale la pressioni posta dai politici europei come il presidente francese Francois Hollande, cui tuttavia Draghi ricorda l’indipendenza della Bce.

Non è del tutto da escludere, in questo scenario, che la Bce possa tornare a prendere in considerazione un ulteriore taglio dei tassi nei prossimi mesi, in uno scenario di inflazione sotto il 2% e magari con l’intento di calmierare l’euro alle stelle.

La politica monetaria della Bce resterà espansiva, assicura Draghi: sui mercati restano forti tensioni, come mostra lo spread dei Btp italiani oggi nuovamente schizzato a 300 punti base con Piazza Affari che ha chiuso in calo dell’1,22%. Ma la politica dei tassi, nella conferenza stampa della Bce, e’ scesa in secondo piano di fronte al fuoco di fila di domande sul Monte dei Paschi di Siena. Draghi, governatore di Bankitalia fra il 2006 e il 2011, proprio quando i senesi compravano Antonveneta e si esponevano con operazioni poco trasparenti sui derivati – ha scelto di prendere una posizione netta.

– La Banca d’Italia – ha detto – ha fatto tutto il possibile nei tempi giusti e nei modi appropriati

 

 

 

 

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