VIRGINIA (USA), Il ‘boia’ si pente: ora si batte contro la pena di morte

NEW YORK  – Jerry Givens ha fatto il boia in Virginia per 17 anni e ha messo a morte 62 persone, ma il condannato che lo ha costretto a pensare è quello di cui non ha eseguito la condanna, all’ultimo momento. Perchè era innocente. Ora Givens è un attivista contro la pena di morte.

– Dalle 62 vite che ho preso, ho imparato molto – ha affermato l’ormai ex boia, che ai condannati chiedeva:

– Se sapevi che uscendo e andando a compiere stupri e omicidi la conseguenza era la pena di morte, perchè farlo?

Lui lo considerava ”un suicidio”. Il mese scorso la Virginia ha condotto la sua esecuzione numero 110 dell’era moderna e Givens ha pregato per il condannato, ma anche per la fine della pena di morte, scrive  il Washington Post, che racconta la sua storia e afferma che l’evoluzione di Givens sottolinea quella della Virginia e dell’intero Paese.

L’esecuzione della condanna a morte inflitta a Robert Gelason, il 16 gennaio, è stata la prima in Virginia da un anno e mezzo. In tutti gli Stati Uniti il numero delle condanne a morte nel 2011 e 2012 ha raggiunto il record più basso, in calo del 75 per cento rispetto al 1996, secondo il Centro di informazione sulla condanna a morte. Cinque stati l’hanno messa al bando, negli ultimi cinque anni. Ma quando Givens ha cominciato, nel 1984, l’atmosfera era ben diversa.

Il primo uomo di cui ha eseguito la condanna a morte, Linwood Briley, era stato giudicato colpevole di una serie di omicidi, assieme a due suoi fratelli. Givens si ritrovò poche ore prima dell’esecuzione a pregare accanto a lui nella cappella del braccio della morte del carcere. Dopo di allora, ha eseguito una lunga serie di altre condanne. In quei momenti, ha raccontato, cercava di liberare la sua mente, di non pensare, per evitare ogni rammarico o paura. Poi venne il caso di Earl Washington, un ritardato mentale accusato dello stupro e assassinio di una madre di 19 anni. Pochi giorni prima dell’esecuzione nel 1985, i suoi avvocati ottennero la sospensione della condanna. Nel 1993 fu scagionato totalmente, grazie ad un test del dna.

Fu il primo caso del genere in Virginia. Negli Stati Uniti ce ne sono stati 302. Givens iniziò a pensare: ”Se metto a morte una persona innocente non sono meglio di coloro che sono nel braccio della morte”.

In preda ai dubbi, ha continuato a fare il suo lavoro fino al 1999, quando è finito nei guai con la giustizia e a sua volta in prigione per quattro anni. Da allora, convinto di essere stato ispirato da Dio, ha iniziato a battersi contro la pena di morte. Ma ancora oggi si chiede se tra le 37 persone che ha messo a morte con la sedia elettrica e le 25 con un’iniezione letale ci siano stati degli innocenti. ”L’unica cosa che posso fare, se è successo, è pregare Dio che mi perdoni”, ma ”di certo so che non lo farò mai più.

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