Autobomba al confine conla Turchia: 13 morti e 40 feriti

 

ANKARA  – Si allunga la scia di sangue che porta in Turchia la ‘guerra sporca’ siriana. Dopo l’attentato kamikaze di 10 giorni fa contro l’ambasciata Usa di Ankara, un’auto è saltata per aria provocando una strage  sul lato turco del valico di frontiera di Cilvegozu fra i due paesi. Almeno 13 i morti, 5 turchi e 7 siriani, più di 40 i feriti. Per alcune fonti si tratta di una nuova autobomba, ma c’è chi sostiene sia stato un incidente.

A Damasco il presidente Bashar al Assad ha ribadito intanto che non intende cedere a ‘pressioni’ e ‘complotti’, mentre il leader della Coalizione di opposizione Ahmed Moaz al-Khatib ha inviato un ”ultimo messaggio” al regime perchè accetti la sua offerta di dialogo.

– ‘La Siria- ha affermato Assad – rimane il cuore pulsante dell’arabismo e non cederà per quanto forti possano essere le pressioni, per quante forme possa prendere il complotto che colpisce tutti gli arabi.

A Damasco i ribelli sunniti hanno annunciato di avere lanciato una ”battaglia dell’Apocalisse” nel quartiere di Jobar, nella parte orientale della città. I blindati governativi presidiano il centro. I ribelli hanno anche rivendicato di aver preso il controllo della diga del Lago Assad, sull’Eufrate, la più grande del paese, costruita dal padre dell’attuale presidente.

– E’ la perdita economica più significativa per il regime – secondo l’Osservatorio Siriano dei Diritti Umani, vicino ai ribelli. E nella provincia nord-orientale di Al Shadada 14 agenti dell’ intelligence siriana sono stati uccisi da due autobombe. Un attentato firmato dal gruppo islamico Fronte al-Nusra, vicino ad Al Qaida, iscritto dagli Usa sulla lista del terrorismo internazionale, punta di lancia della ribellione anti-Assad. Da tempo diversi analisti turchi avvertono del rischio crescente di un ‘contagio’ del paese attraverso azioni terroristiche dal ‘pantano siriano’.

Damasco e i curdi siriani accusano Ankara di aiutare non solo i ribelli dell’esercito Libero Siriano (Els) ma anche i jihadisti, e di aprire loro il confine. Ankara nega. La strage del valico di Cilvegozu sembra confermare il rischio di contagio. In base ai primi accertamenti, sembra più probabile la pista dell’autobomba, azionata a distanza, piuttosto che di un kamikaze. Non è però del tutto escluso che possa trattarsi di un ‘incidente di lavoro’, l’esplosione accidentale di un carico di esplosivi o carburante trasportato dalla Turchia versola Siria. L’auto, un minibus rosso con targa siriana secondo le autorità  turche, è esplosa nella parte turca della zona cuscinetto fra i due posti di frontiera. Quello siriano è ora controllato dai ribelli. In questa zona il confine secondo la stampa è più che poroso: i miliziani anti-Assad – che occupano buona parte della fascia di frontiera dalla parte siriana – vi fanno transitare uomini, armi ed esplosivi verso le vicine regioni di Aleppo e Idlib. Dopo l’attentato contro l’ambasciata Usa di Ankara (2 morti e un ferito grave) rivendicato dal gruppo di estrema sinistra Dkhp-C – per punire il ”boia” americano e il suo ”schiavo” turco fra l’altro per l’appoggio ai ribelli siriani – qualche analista turco ha puntato il dito contro l’intelligence siriana. Per la strage di Cilvegozu non mancano i possibili ‘soliti sospetti’: il Dkhp-C, Damasco, i jihadisti vicini ad Al Qaida, che hanno fatto entrare auto-bomba e kamikaze nel quotidiano della guerra in Siria, i separatisti curdi siriani o turchi.