CHAMPIONS. La Juventus espugna la bolgia di Celtic Park

GLASGOW – Una Juventus monumentale per pragmatismo e maturità disintegra il Celtic prenotando un posto nei quarti di finale di Champions League. Perché il ritorno a Torino, dopo il trionfale 3-0 di Glasgow, sarà una pura formalità per gli uomini di Antonio Conte, protagonisti di una prestazione da stelle europee.

Puntuali a sfruttare la prima occasione della partita, diligenti nell’arginare le folate scozzesi, spietati sul finale ad umiliare gli avversari ormai sulle ginocchia. Che si fosse una partita ad alta intensità Conte lo ripete anche durante il riscaldamento, che svolge in campo con la squadra. Kwadwo Asamoah, giunto a Glasgow direttamente dal Sudafrica, non va neppure in panchina, sulla corsia di destra c’é Federico Peluso.

Lentamente Celtic Park si veste di sciarpe e bandiere, quasi tutte irlandesi. La Green Brigade – la frangia hardcore del tifo biancoverde – colora di verde uno spicchio dello stadio che sulle note di “Yoùll never walk alone” accoglie l’ingresso delle due squadre.

Gli scozzesi sono tarantole scatenate ma la loro fiammata iniziale si limita ad una conclusione dalla distanza di Victor Wanyama, Gianluigi Buffon si salva in angolo.

Chirurgico il vantaggio bianconero. Al primo affondo. Efe Ambrose, reduce dal trionfo con la Nigeria in Coppa d’Africa, dimostra di non aver smaltito le tossine per il rientro in mattinata: il lancio lungo di Peluso lo scavalca, regalando a Alessandro Matri l’1-0. L’incertezza iniziale dell’arbitro di linea, che non convalida subito il gol, rende necesssaria la ribattuta in rete di Claudio Marchisio. Ma non ci sono dubbi, la rete è del centravanti, la terza consecutiva. Anche l’Uefa si convince, e sul tabellone compare il nome dell’attaccante. Immediata quanto generosa la reazione dei padroni di casa, ma Wanyama e Kris Commons non sono precisi dalla distanza.

Si gioca a ritmi indiavolati, non c’é una pausa, i tackle sono sempre al limite. Nuovo sussulto alla mezz’ora: dalla destra Mikael Lustig, Commons ci prova in rovesciata, palla sul fondo. Ed è il solito Commons a sigillare la prima frazione con un rasoterra dal limite. Identica l’inerzia della ripresa, con gli scozzesi a testa bassa, ma ripetitivi nel copione, prevedibili nella manovra. Arrembanti quanto imprecisi, mantengono una prolungata iniziativa fine a se stessa.

Il primo vero pericolo arriva così solo dopo l’ora di gioco: sul traversone di Charlie Mulgrew, Ambrose – dimenticato dalla difesa bianconera – sa solo schiacciare tra le braccia di Buffon. E come se avesse giocato al gatto con il topo, in attesa che il Celtic esaurisse le batterie, la Juve nell’ultimo quarto d’ora dilaga. Con due azioni identiche nella loro bellezza geometrica. Al 32’st manovra in verticale, Matri innesca Marchisio che si libera di Scott Brown prima di firmare il raddoppio.

Una manciata di minuti più tardi è ancora Marchisio a lanciare nello spazio Mirko Vucinic: solo davanti a Forster il montenegrino non può sbagliare. Il 3-0 è tondo, giusto, perfetto per affrontare in serenità il ritorno a Torino. L’ultima volta di una vittoria italiana al Celtic Park era stata 44 anni fa, col Milan di Pierino Prati. Ecco i termini del trionfo bianconero in terra di Scozia che decreta ufficialmente il ritorno della Vecchia Signora nell’elite europea.