Gli italiani all’estero hanno votato

ROMA – Si é concluso alle ore 16,00 locali, l’appuntamento elettorale che ha visto coinvolti consolati, candidati, partiti, sostenitori in una corsa all’ultimo minuto per garantire, in un lasso di tempo piuttosto esiguo in proporzione all’entità dei collegi, la partecipazione del maggior numero di elettori e soprattutto lo svolgimento del voto con tutti i crismi della legalità. Alle ore 16,00 di oggi, sono ritenuti validi tutti i voti rispediti dall’elettore, o consegnati, al proprio Consolato di riferimento: tutte le altre schede, avranno fatto un viaggio a vuoto.

Poi, un altro sforzo per sigillare tutte le buste arrivate entro i limiti di tempo stabiliti dalla legge, in pacchi che voleranno in Italia, destinazione finale “Castelnuovo di Porto” (località a circa30 chilometrida Roma) dove, alle ore 15,00 del 25 febbraio, in concomitanza con l’apertura dei seggi in Italia, verranno aperti per lo spoglio.

Resta ora da vedere quanti, dei 3.438.670 cittadini italiani residenti all’estero aventi diritto, abbiano effettivamente espresso il proprio voto, e soprattutto verificare quante schede sono state inviate, quante non sono mai state ricevute e quante nulle perché non sono state rispettate in pieno le modalità di voto.

A questi 3.438.670 elettori si aggiungono i “temporaneamente all’estero” (12.700), secondo i dati diffusi dal Ministero dell’Interno.

I grandi esclusi dal voto estero, gli studenti Erasmus e i non iscritti all’Aire, si sono organizzati in proprio. Con due iniziative promosse dal blog “Iovogliovotare”, grazie alla piattaforma Eligo, voteranno on line oggi e domani sempre per i candidati esteri. Sabato, invece, potranno votare nei seggi allestiti in alcune città europee…un voto, affermano i promotori, per far capire ai partiti quanti voti… hanno perso.

 

Una tornata elettorale particolarmente faticosa per i vari candidati ed anche per il Ministero degli Affari Esteri che ha dovuto mettere in moto la farraginosa macchina in pochissimo tempo. Come ha sottolineato il comunicato del Sindacato Confsal Unsa-Coordinamento Esteri, le difficoltà sono state amplificate dalla riduzione del personale, dalla chiusura di diverse sedi consolari, senza dimenticare che ancora, dopo tre appuntamenti elettorali,  non si riesce a poter contare su un elenco unico degli iscritti all’Aire. Con tutte le conseguenze del caso in fatto di indirizzi sbagliati, o non aggiornati, o addirittura nominativi che si ripetono. Purtroppo non è stato fatto nulla neanche per garantire maggiore trasparenza al voto.

Bisognava arginare i brogli elettorali inserendo semplici norme che rendessero più difficile l’incetta di buste che alcuni candidati senza scrupoli farebbero regolarmente pur di arrivare alla meta preposta e che, in concomitanza con altre scorrettezze più o meno palesi, non fanno certo onore a collettività costituite da persone che hanno posizioni di tutto rispetto nei paesi di residenza grazie al loro lavoro e a valori mai abbandonati. Bastano pochi per mettere in discussione l’onestà di tutti. Lo sa bene per esempio il sen. Claudio Micheloni che fino all’ultimo ha lottato per inserire quelle modifiche che avrebbero permesso un voto più trasparente. Purtroppo i suoi sforzi sono stati annullati dal precipitare degli avvenimenti italiani a seguito delle dimissioni del Premier Monti. Senza dubbio aiuterebbe i nostri parlamentari un lavoro di equipe di fronte a certe problematiche comuni che esulano dalle posizioni politiche di ciascuno. Ma in alcuni casi è più facile essere fedeli alle direttive del partito che alle doglianze di chi li ha portati a sedere su quell’ambito scranno.

 

Sul fronte della campagna elettorale, non sono mancate accese polemiche, tanto per non essere da meno con quella nazionale, né i soliti articoli di giornalisti che si occupano del voto estero spesso solo per denigrarlo, ben aiutati da quei candidati che hanno pesanti scheletri negli armadi e da altri che si prestano all’ironia. Questo senza considerare la mancanza di credibilità che ha gettato sul voto degli italiani all’estero la consapevolezza di molti media dell’”inevitabilità” dei brogli.

 

Numerosi i candidati che aspirano ad un seggio (12 alla Camera e 6 al Senato): chi cerca riconferme, chi tenta per la prima volta e chi persevera avendo all’attivo tre tentativi, tanti quanti gli appuntamenti al voto politico che hanno visto la partecipazione dei cittadini italiani all’estero, tra volti ben noti ed eminenti “sconosciuti” per lo più presenti nelle liste che partecipano per la prima volta al voto, come il Movimento 5 stelle, Fare per fermare il declino, Rivoluzione civile di Ingroia e la lista Monti per l’Italia. Candidati che, in ogni caso, hanno iniziato a ringraziare a priori gli elettori, quelli incontrati in poco più di un mese che li ha visti impegnati in un estenuante tour de force da una città all’altra della Circoscrizione di appartenenza.

Un impegno notevole che non permette a nessuno di risparmiarsi, anche perché all’estero, al contrario di quel che accade in Italia, per mandare il proprio rappresentante al Parlamento occorre scrivere il suo nome, e non lasciare solo una croce sul simbolo: per cui la conquista del seggio diventa davvero una “lotta”, ed il fatto di essere capolista, non è una garanzia.

Candidati ancora pronti, con le ultime energie rimaste, a diramare gli ultimi appelli invitando al voto anche direttamente nei Consolati (in molti, come quelli del Venezuela, sono rimasti aperti nel fine settimana), sempre entro le ore 16,00, che ringraziano e promettono un impegno costante per gli italiani all’estero. Come se la cosa fosse da sottolineare.

Una campagna elettorale che si è svolta, per la prima volta, senza i programmi prodotti da Rai International, con tribune elettorali andate on onda anche in Italia ma non sempre con i candidati interessati, impegnati sul territorio e sostituiti spesso dai responsabili dei partiti o da candidati appartenenti ad altre circoscrizioni. Hanno sopperito al meglio, i media in lingua italiana, e la “rete”, per molti diventata la vera “piazza” per la propria campagna elettorale.

 

Tra ringraziamenti e propositi, nella febbrile attesa dei risultati, resta evidente, come ricordato da diversi candidati, l’esigenza di cambiare la legge sul voto all’estero, ma soprattutto, aggiungiamo ancora una volta, di tutelarla visto che per arrivare a questo traguardo sono stati necessari 40 anni di ostinazione dell’On. Mirko Tremaglia.

 

Mentre in Italia calano i riflettori sulla campagna elettorale in attesa del voto di domenica e lunedì, più che i sondaggi, sono le voci del popolo a lasciar intendere che la vera sorpresa sarà il Movimento 5 stelle: chissà quale, e se ci sarà, la sorpresa che verrà fuori dallo scrutinio delle schede a Castelnuovo di Porto.

(Giovanna Chiarilli)

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