Berlino loda i progressi di Monti ma irrita la ‘gaffe’ del Prof.

BERLINO – Già ci prova ogni giorno Silvio Berlusconi con attacchi che vanno dal politico al personale. E dunque la ‘gaffe’ di Mario Monti – come l’ha definita Bersani – sul presunto disappunto della cancelliera su un governo targato Pd, non è piaciuta a Berlino. Angela Merkel non vuole commentare la campagna elettorale italiana, non vuole essere tirata in ballo ogni giorno, come invece, sistematicamente, accade da mesi. I toni, quando si tenta di coinvolgere la cancelleria su quello che sta accadendo in Italia sono netti, se non addirittura aspri, nel suo entourage.

– Non voglio più commentare la campagna elettorale italiana, né affermazioni e slogan che provengano da questa – ha detto, ancora una volta, nei giorni scorsi il portavoce Steffen Seibert, sillabando le parole in conferenza stampa. E avvicinarlo comporta garbati rifiuti, dello stesso segno: la Germania vuole restare fuori da questa partita, diversamente da come fece con Nikolas Sarkozy a Parigi, quando la cancelliera azzardò una discesa in campo, forse fatale per l’amico che poi perse l’Eliseo. Ed è il suo portavoce ad avere il compito di costruire, in questa fase, una muraglia di piccati ‘no comment’ fra la capitale tedesca e la politica romana.

Intanto però il clima di attesa sull’esito delle urne italiane in Germania non è affatto sereno. Lo stesso governo è continuamente tentato dal richiamo alle riforme, come ha dimostrato anche ieri l’uscita del ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble.

– La Germania non interferisce nella campagna elettorale italiana – ha detto, per poi precisare però che ”Mario Monti ha fatto grandi passi avanti”. Il timore prevalente – in giornate in cui la stampa tedesca è piena di articoli, analisi provocazioni e vignette sulla situazione politica italiana – è che il Paese possa finire in una situazione di sostanziale ingovernabilità. Un ritorno al potere di Berlusconi e il blocco fra i partiti sono due prospettive entrambe disastrose per il politologo Lueder Gerken, direttore del centro per la politica europea di Friburgo, perchè ”in tutti e due i casi non sarebbe possibile realizzare le riforme urgenti e necessarie”. Gerken – e non è certo il primo a farlo – mette in guardia da possibili ”turbolenze sui mercati finanziari” dopo le elezioni italiane.

Se si vedrà che Roma rifiuta le riforme, si potrebbe avere un nuovo rigetto nell’eurozona, è la sua analisi.

– L’unica maggioranza stabile immaginabile è quella formata dal centrosinistra sotto Pierluigi Bersani che sia appoggiata da Mario Monti – è la conclusione. Con una postilla, che pure corrisponde all’umore generale nei confronti del Belpaese: lo spread è migliorato grazie alla politica della Bce, e la pressione sulle riforme è subito diminuita. L’Italia non avrebbe mai riconosciuto davvero l’esigenza di riformarsi. Ma è troppo grande per finire fra i Paesi ”mantenuti” dal Nord Europa

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