Il Senato dei Laender blocca il fiscal compact Schiaffo alle politiche europee della Merkel

BERLINO – L’attenzione è ancora puntata sul voto italiano e sul pericolo che la crisi s’inasprisca, ma uno schiaffo alle politiche europee di Angela Merkel è arrivato in ‘casa’, scrive Rosanna Pugliese per Ansa, quando il Bundesrat, e cioè il Senato dei Laender, ha bloccato il fiscal compact. Una mossa politica, in piena campagna elettorale – in Germania si vota a settembre – che ha messo in allarme il governo sui possibili effetti in Europa. L’opposizione di Frau Merkel, rappresentata da socialdemocratici e verdi, ha in questo modo approfittato della maggioranza nella seconda Camera – effetto recente dell’ultima vittoria alle amministrative in Bassa Sassonia – per ostacolare la cancelleria. Una mossa stigmatizzata dal governo, con un appello del ministero delle Finanze alla “responsabilità” nei confronti dell’eurozona. In realtà, i Laender approfittano della situazione, e del valore centrale del patto di bilancio che Angela Merkel ha voluto in Europa, per mettere i loro ‘paletti’, chiedendo soldi. In cambio del carico finanziario che comporta il fiscal compact, le Regioni chiedono di poter ottenere fra i 2,5 e i 3,5 miliardi di euro all’anno, nell’arco di tempo che va dal 2014 al 2019. Una rivendicazione che prolunga i tempi della approvazione, per la quale a questo punto si aprirà una trattativa in una Commissione di mediazione. A Berlino, Martin Kotthaus, portavoce del ministro delle finanze Wolfgang Scheuble – il severo fautore dell’Austerity per tenere i conti in ordine – ha aspramente criticato l’atteggiamento delle Regioni. “Questo non è certamente di aiuto alla questione generale di come portare avanti l’Europa in questo percorso – ha affermato -. Faccio appello alla responsabilità del Senato federale rispetto alla politica europea e spero che si trovi presto la possiblità di una accordo”. Anche il ministro degli Esteri Guido Westerwelle è intervenuto definendo la decisione del Bundesrat “deplorevole”. Il ministro presidente della Renania-Palatinato, Karsten Kuehl, socialdemocratico, ha però replicato che l’accordo trovato nel Bundestag la scorsa estate prevedeva degli impegni non ancora mantenuti. La decisione di oggi “non ha niente a che fare con un tentativo di ostruzionismo – ha sostenuto – noi vogliamo certezze nella programmazione”. Le risorse rivendicate serviranno ai Laender per la costruzione di strade comunali, scuole superiori, spazi per bambini ed edilizia civile. “Non dovremmo indebolire il governo tedesco a livello europeo”, ha constatato invece il ministro presidente della Sassonia Stanislaw Tillich (Cdu), criticando l’esito della seduta. Non è la prima volta che il fiscal compact è a rischio proprio nel Paese che più lo ha voluto in Europa: impugnato da diversi oppositori di Frau Merkel fu oggetto di una verifica dell’alta Corte di Karlsruhe, che poi diede il via libera lo scorso autunno, legittimando il Meccanismo europeo di stabilità ESM. La campagna elettorale e le difficoltà di un quadro politico interno sempre più insidioso – con un consenso federale granitico per la cancelleria, la cui coalizione di governo è però finita in minoranza al Senato – si fanno sentire anche su Angela Merkel. Aldilà del blocco che potrebbe essere temporaneo sul Patto di bilancio, quello del senato di Laender è un chiaro segnale politico: l’opposizione non avrà più un approccio collaborativo, almeno fino alle elezioni.

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