Bersani non molla sul M5S

ROMA – Pier Luigi Bersani, nonostante i reiterati rifiuti di Beppe Grillo, non considera la sua impresa una mission impossible. Ma certo la forza, piena o giá azzoppata, che avra’ per convincere il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ad ottenere il mandato, dipenderá dall’esito del voto che domani il segretario Pd chiederá alla direzione sulla sua relazione. Riunione che Bersani vuole aperta, in diretta streaming, per inchiodare tutti davanti alla responsabilitá delle proprie scelte.

Nonostante sia passata una settimana dal voto, il Pd é ancora in cerca di una bussola, alla ricerca di una direzione sia per il partito che per il paese. L’unico che sembra avere una sola idea ma chiara é Bersani, determinato a portare fino in fondo il tentativo di un governo di minoranza ‘a tempo’.

Per il leader democrat é questa l’unica strada realizzabile alla luce delle elezioni, altrimenti non restano che nuove elezioni. Ma per evitare bracci di ferro e interferenze con le consultazioni del Capo dello Stato, piú di un dirigente nel Pd sta consigliando a Bersani, per ottenere l’unanimitá della direzione, di evitare nel suo intervento di porre ultimatum. E di mettere di piú l’accento su un governo che si apre, pur senza fare accordi sottobanco, ai voti di tutte le forze parlamentari, non solo dei grillini.

L’aut aut di Nichi Vendola ‘o accordo con M5S o al voto’, sostenuta da bersaniani come Stefano Fassina, potrebbe, insomma, avere l’effetto di far detonare in direzione la tensione. Anche se l’apertura della direzione, di solito chiusa all’esterno, spinge dubbiosi e critici a fare i conti con la base del partito, contrarissima a intese di ogni tipo con Silvio Berlusconi. Tra i big dubbi e distanze dalla proposta di Bersani non sono poche ma in queste ore i dirigenti del partito sono combattuti nel dilemma visto che affondare il segretario significa aprire una resa dei conti interna che potrebbe essere esiziale per il Pd in un momento cosí caotico.

Proprio per evitare di dare l’impressione di una corrente che si organizza, Matteo Renzi, che ancora non ha deciso se partecipare alla direzione, ha rinviato la riunione dei parlamentari della sua area, prevista per oggi a Firenze. I ‘renziani’ non negano, peró, le ambizioni del sindaco.

– Se si vota tra sei mesi – spiega l’ex presidente del consiglio regionale dell’Emilia Romagna Matteo Richetti – a quel punto penso sia legittimo che Renzi possa pensare di riproporsi agli elettori.

Per ora, invece, la posizione dei renziani, espressa anche da Paolo Gentiloni, é che bisogna ”lasciare il Colle lavorare a un esecutivo possibile”, evitando dannose prove di forza. Mentre sul fronte interno si lavora a compattare il partito, sul fronte esterno si tenta l’aggancio con i grillini. E i pontieri vanno spesso al di lá della politica. Pippo Civati conferma che Don Gallo sta facendo da mediatore tra il Pd e Grillo.

– Sono in atto – ammette – una serie di colloqui informali. Lui é amico di alcuni del Pd e di Grillo e sta facendo la sua parte.

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