Napolitano: “Crisi complessa, ma farò di tutto”

ROMA  – ”Il prossimo sarà un mese d’inferno”. Uno stretto collaboratore del presidente descrive così l’atmosfera che si respira in queste ore al Quirinale dove il punto finale della crisi politica appare sempre più sfumato. Come avvolto in una ”nebbia” fitta, per usare le preoccupate parole usate anche da Giorgio Napolitano per dare corpo alla propria fatica personale di fronte a questo muro contro muro delle forze politiche che niente sembra poter far vacillare.

– Una crisi complessa – spiega Napolitano, che gli ha impedito anche di compiere una visita alla quale teneva molto, quella all’Europarlamento.

“I tempi stretti e la complessità del processo di formazione di un nuovo governo non mi consentono di intervenire a Strasburgo”, ha spiegato in una lettera al presidente Martin Schulz. Dando bene il senso di come questi siano decisamente giorni difficili di un settennato già complesso.

– Il presidente è molto preoccupato e non a caso ha parlato di una nebbia fitta – confermava ieri in tarda mattinata uno dei consiglieri di Napolitano a dei parlamentari riferendosi allo ‘sfogo’ con il quale il capo dello Stato è sembrato quasi voler condividere – almeno moralmente – il gravoso compito che l’attende.

Lo scenario dell’intervento a sorpresa del presidente è stata la splendida sede dell’Accademia dei Lincei a Trastevere. Dopo un affettuoso ricordo dello ”straordinario” esempio lasciato da Rita Levi Montalcini, Giorgio Napolitano ha preso la parola spiegando tre cose in una: dal Colle la situazione si mostra ben più complessa di quello che si vede; il presidente lavorerà sodo e fino all’ultimo giorno del suo settennato; ‘last but not least’, un mandato al Colle basta e avanza.

Parallelamente il Quirinale lanciava un altro segnale importante a quanti – sia nel mondo della politica che dell’informazione – si esercitano con troppa sicurezza a dare per certi Governi di ogni tipo o a scommettere su incarichi presidenziali già conferiti.

– Attendiamo le consultazioni: prima di allora sono solo fantasie – replicano seccamente fonti del Quirinale a chi chiede se fosse più realistica l’opzione Bersani o quella, ad esempio, di un altro Pd, magari una donna come Angela Finocchiaro.

– A volte si fa fatica a fare luce nella nebbia ed io cerco di fare del mio meglio – ha osservato il presidente. Il ”faro” della Repubblica in questi tempi difficili, lo hanno poco prima definito gli accademici dei Lincei.

– Faro o luce assolutamente normale e umana – si schermisce Napolitano ribadendo ancora una volta che un settennato basta ed avanza:

– Alla vigilia della conclusione del mio mandato voglio sottolineare come essa corrisponda pienamente alla concezione che i padri costituenti ebbero della figura del presidente della Repubblica.

Anche perche’ ”la carta d’identità conta” e bisogna attenersi ”alla legge del succedersi delle generazioni”. Intanto, proprio per fare luce nella nebbia, Napolitano dopo averci a lungo pensato ha deciso di non muoversi da Roma e, a malincuore, ha scelto di rinunciare ad un discorso all’Europarlamento, cuore di quell’Europa chè stata – lei sì – il ”faro” dell’azione e dei pensieri del presidente. E che oggi alcuni non esitano a mettere in dubbio insieme alla Moneta unica. (ANSA)

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