Disoccupazione ai minimi del 2008

NEW YORK – L’economia americana crea 236.000 posti di lavoro in febbraio, con un tasso disoccupazione che scende al 7,7%, ai minimi degli ultimi quattro anni: era infatti dal dicembre 2008 che non si registrava un livello così basso. I dati superiori alle attese degli analisti alimentano il rally di Wall Street, che avanza decisa con il Dow Jones che continua a viaggiare sui massimi storici nonostante la frenata delle banche. La Casa Bianca brinda al risultato.

“La ripresa sta prendendo slancio” e il settore privato negli ultimi tre anni ha creato 6,35 milioni di posti di lavoro. Ma avverte: resta ”lavoro da fare” anche in seguito all’entrata in vigore dei tagli automatici alla spesa. Cautela anche dagli analisti. Non è certo che l’economia sia in grado di mantenere un tasso di creazione di posti di lavoro così elevato per il resto dell’anno. La partecipazione alla forza lavoro inoltre è scesa ulteriormente, e questo è un segnale non positivo. Se il tasso di partecipazione si manterrà al 63,5% e saranno creati una media di 200.000 posti di lavoro al mese, il tasso di disoccupazione – afferma Ted Wieseman, analista di Morgan Stanley – non raggiungeà il 6,5% fino all’ottobre 2014. Il 6,5% è la soglia identificata dalla Fed per iniziare a valutare un aumento dei tassi di interesse. Il mercato del lavoro, rispetto allo scorso anno, mostra comunque segnali di miglioramento: la media dei posti di lavoro creati nel 2012 è stata di 183.000 al mese. Negli ultimi quattro mesi, invece, si è verificata un’accelerazione a 205.000. Il settore privato ha creato in febbraio 246.000 posti di lavoro mentre il settore pubblico ne ha eliminati 10.000. Nei servizi sono stati creati 179.000 posti e nelle costruzioni 48.000, segnalando come la ripresa sul mercato immobiliare si sta traducendo in occupazione.

Il settore manifatturiero ha creato 14.000 posti, portando a oltre mezzo milione il bilancio degli ultimi 37 mesi. Il miglioramento dell’occupazione si accompagna a quello del mercato finanziario, che si rafforza e sembra più preparato che nel 2007 ad affrontare una crisi. Diciassette banche su 18 hanno superato gli stress test della Fed, nonostante questo, le banche procedono in negativo a Wall Street in una giornata positiva per i listini. JPMorgan, Goldman Sachs e Morgan Stanley sono in calo dopo gli esiti degli stress test della Fed, che hanno mostrato come in uno scenario di forte recessione i loro livelli di capitale sarebbero solo poca sopra la soglia minima del 5 per cento.