Incertezza sulla ripresa. Il Pil frena: é giá -1 per cento

ROMA  – Il 2012 chiude con un Pil su livelli da profondo rosso: -2,4% conferma l’Istat. Ma c’é di peggio ed é ‘l’ombra’ che l’anno scorso getta sull’attuale: la crescita acquisita, cioé il risultato che si avrebbe se non ci fossero più variazioni quest’anno, sarebbe infatti già pari al -1%. E dato che i principali indicatori non lasciano presagire nulla di buono, come la produzione industriale, c’é davvero poco da stare allegri.

Un cauto ottimismo viene ribadito dal ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, che ricorda come dalla metà di quest’anno si dovrebbe intravedere una inversione di tendenza nella crescita. Inversione che sarebbe anche salutare per l’andamento dei conti pubblici. Ma e’ chiaro che sull’ipotesi di Grilli pesa come un macigno l’attuale situazione di incertezza politica che ha portato al declassamento dell’Italia a BBB+ annunciato venerdì sera da Fitch e al conseguente rialzo del differenziale con i titoli tedeschi. Cioè: altri soldi per pagare interessi più salati. L’Istat dunque conferma: il Pil nel 2012 è calato del 2,4% con un meno 0,9 nel quarto trimestre e un -2,8% annuo. Grilli spiega:

– Sppiamo che è una congiuntura difficile.

E sull’eredita per il 2013 (il -1% acquisito) sottolinea:

– Mi sembra che tutti convergano sul fatto che la seconda metà sia in positivo, è chiaro che bisogna attendere per vedere con che forza si riuscirà ad invertire la tendenza.

Il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, esplicita intanto i dubbi sulla situazione politica. Alla domanda se l’incertezza in cui si trova il Paese sta ritardando la ripresa, risponde:

– Già lo sta facendo e lo abbiamo già visto nel 2011.

Giovannini ricorda quando nel 2011, con la crisi dello spread, il ”crollo della fiducia” ridusse ”la spesa su investimenti e consumi”. Quindi per il presidente dell’Istat ”la fiducia e il superamento dell’incertezza sono elementi chiave per la crescita”. Insomma nonostante le parole di Grilli la situazione politica al momento non è rassicurante e in molti rivedono le nostre stime di crescita: ad esempio secondo Fitch chiuderemo l’anno a -1,8% e -1% è il risultato previsto dall’Ue. E i dati più recenti non lasciano molti margini di ottimismo: ad esempio, secondo il Centro studi di Confindustria, la produzione industriale a febbraio è diminuita dello 0,2% su gennaio 2013 e del 6,8% su febbraio 2012 con l’indice che si attesta a -25% dal picco di attività pre-crisi.

E un altro dato è arrivato ieri sull’occupazione: nel quarto trimestre 2012 il tasso di posti vacanti nel totale dei settori dell’industria e dei servizi è pari allo 0,3%, in diminuzione di 0,3 punti percentuali rispetto al quarto trimestre del 2011. Nella media del 2012 il tasso è stato dello 0,5%, segnando una diminuzione di 0,3 punti percentuali rispetto al 2011. E’ il valore più basso dall’inizio delle rilevazioni nel 2004: cioè ogni 1000 posti occupati o vacanti ce ne sono 3 vacanti.

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