In Italia 7 milioni vivono in difficoltà

ROMA  – La felicità entra sotto la lente dell’Istat, che insieme al Cnel, ha realizzato il rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes), mettendo le basi per nuovi indici da affiancare al Prodotto interno lordo.Il primo monitoraggio conferma come il Paese stia attraversando una crisi non solo economica, ma anche sociale. Ci sono quasi sette milioni di persone in gravi difficoltà economiche, colpite durante gli anni della recessione, tra il 2007 e il 2011, da un calo del potere d’acquisto pari al 5%. La crescita stenta anche se si guardano gli indicatori tradizionali: il Pil 2012 viene confermato in calo del 2,4% e il 2013 parte con una ”decrescita” già acquisita del -1%. Tornerà positivo nella seconda parte dell’anno, assicura il ministro dell’Economia Vittorio Grilli.

A pagare il prezzo più caro sono comunque i giovani, basti pensare che tra gli under 30 circa uno su quattro né studia né ha un’occupazione. Così che sale anche la disaffezione verso la ”cosa pubblica”.

La fiducia verso le istituzioni politiche si è quasi azzerata: ai partiti gli italiani danno addirittura due in pagella. Il rapporto Bes, presentato alla Camera davanti al capo dello Stato Giorgio Napolitano, divide il benessere in dodici dimensioni, dalla salute all’ambiente. Capitoli a loro volta spacchettati in 134 indicatori, singoli termometri dello stato di salute del Paese. Il Bes punta a diventare una sorta di ‘Costituzione statistica’, aggiornata di anno in anno.

– Una misura per la valutazione ex-ante ed ex-post delle politiche – ha spiegato il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini. Per Antonio Marzano, a capo del Cnel, infatti, si tratta di ”una svolta storica” nell’analisi politico-economica. Il primo rapporto è frutto di un lavoro iniziato alla fine del 2010 e che continuerà per arrivare a definire un’unica misura per ciascuna delle dodici dimensioni. Ma già ora, ha sottolineato Giovannini, ”l’Italia si pone all’avanguardia a livello internazionale per la misurazione del benessere”.

Ecco come davvero se la passano gli italiani sotto tutti i punti di vista:

– SALUTE. L’Italia è uno tra i Paesi più longevi al mondo, con una speranza di vita oltre gli 85 anni per le donne, che però vivono un terzo dei loro anni non in buono stato. Nonostante la dieta mediterranea il 44,5% dei maggiorenni è fuori forma.

– ISTRUZIONE. Il Paese è maglia nera nell’Unione europea per la quota di 30-34enni laureati, sono solo il 20,3%.

– LAVORO. Il tasso d’occupazione è tra i più bassi in Ue, ma gli italiani si ritengono comunque soddisfatti del proprio impiego.

– BENESSERE ECONOMICO. Il 6,5% delle famiglie è indebitato, aumentano povertà e disuguaglianze, con l’11,1% delle persone in condizioni di grave deprivazione (non possono fare fronte a spese impreviste, programmare viaggi, risaldarsi adeguatamente).

– RELAZIONI SOCIALI. Gli italiani non si fidano degli altri, dando credito solo alla famiglia. Appena 1 su 5 è pronto ad aprirsi.

– POLITICA. Giudizi molto severi spettano alle istituzioni, in particolare ai partiti, che prendono un 2 in pagella, seguiti a poca distanza dal Parlamento (3,6%) e dalla giustizia (4,4).

– SICUREZZA. Mentre gli omicidi che hanno come vittime gli uomini diminuiscono, ciò non accade per i femminicidi. E la crisi sembra avere dato nuovo impulso ai furti in abitazione.

– BENESSERE SOGGETTIVO. Nel 2012 solo il 35,2% della popolazione si sente soddisfatto della propria vita (era il 45,8% nel 2011).

– PATRIMONIO CULTURALE. L’Italia ha il più alto numero di siti considerati ‘patrimonio dell’umanità, ma tante sono le minacce che pendono su questo ‘tesoro’.

– AMBIENTE. Aumenta la disponibilità di verde urbano, ma il dissesto idrogeologico è un grave rischio.

– INNOVAZIONE. Solo l’1,3% del Pil è speso in ricerca e sviluppo, a fronte di una soglia fissata al 3%.

– QUALITA’ E SERVIZI. C’e’ allarme per la situazione nelle carceri, con 139,7 detenuti ogni 100 posti letto.

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