Pdl-Csm, Napolitano: “No a tensioni destabilizzanti”

ROMA  – Rispetto reciproco, evitare tensioni destabilizzanti e non escludere nessuno dalla partita del dopo voto. Il Capo dello Stato, dopo l’incontro con il Pdl e, successivamente, con il Csm, affida ad una lunga nota le sue riflessioni sullo scontro in atto tra magistratura e Silvio Berlusconi che apprezza ma, spiegano i suoi, continua a non fidarsi. L’invito che il Quirinale rivolge ad entrambe le parti è chiaro: rispetto reciproco ma soprattutto ”evitare tensioni destabilizzanti per il nostro sistema democratico”.

Il Colle interpreta in pieno il suo ruolo super partes, evitando di prendere le difese di una o dell’altra parte. Riconosce al Pdl la ”comprensibile preoccupazione di veder garantito che il suo leader possa partecipare alla complessa fase politico-istituzionale già in pieno svolgimento” ma, contemporaneamente, si rivolge proprio all’ex premier chiedendo ”senso del limite e della misura” e mettendo in chiaro che ”l’investitura popolare non esonerà dalla legalita”.

Il presidente della Repubblica rispedisce al mittente tutte le accuse sollevate in questi giorni da Berlusconi, e sostenute dai big pidiellini, di essere vittima di una ”persecuzione giudiziaria”. Ipotesi giudicata ”aberrante” dal Capo dello Stato l’idea ”di manovre tendenti a mettere fuori giuoco – ‘per via giudiziaria’ come con inammissibile sospetto si tende ad affermare – uno dei protagonisti del confronto democratico’.

Non mancano però le ‘bacchettate’ anche ai magistrati che ”devono guardandosi dall’attribuirsi missioni improprie e osservando scrupolosamente i principi del ”giusto processo”. I ragionamenti del Capo dello Stato hanno l’effetto di allentare almeno per il momento la tensione dentro il partito. L’incontro tra il capo dello Stato e i vertici pidiellini si era concluso come tutti si aspettavano. Nessuna tensione – raccontano – ma la consapevolezza di una distanza tra le due parti. Napolitano ha espresso ”rammarico” per la manifestazione del Pdl davanti il tribunale di Milano ed i big piediellini si sono limitati a sottolineare come l’incontro sia stato ”chiaro e schietto”.

La strategia di Silvio Berlusconi però non cambia. Il Cavaliere – raccontano i fedelissimi – ha accolto con favore alcuni passaggi della nota di Napolitano ma ai suoi ha confidato, senza tanti giri di parole di ”non fidarsi”: voglio vedere prima cosa faranno i magistrati e poi decidiamo se cambiare registro. Napolitano sa bene che per fare un governo del presidente servono i miei voti, ma la missione di certi pm è chiara: mettermi fuori gioco perchè io rappresento un’alternativa credibile.

Ecco perchè i preparativi per la manifestazione del 23 marzo a piazza del Popolo vanno avanti ed ieri si è tenuta un’altra riunione per definire la logistica. In stand by resta invece l’ipotesi di disertare le Camere venerdì per la votazione dei Presidenti. L’ex capo del governo sa bene che la partita a scacchi è ancora lunga ed ha come obiettivo finale l’elezione del presidente della Repubblica. La preoccupazione di restare fuori dai giochi resta, ecco perchè Berlusconi decide di ”denunciare” nero su bianco ”le manovre meschine e strumentali”che il Pd sta costruendo – pensa – ”facendosi scudo con il Pdl” per avere un altro capo dello stato ”di sinistra”: Il centrodestra ”ha invece diritto a rivendicare un candidato diverso e di altra estrazione”.