E’ iniziata la XVII legislatura: le parole più ricorrenti? Nuove elezioni

ROMA:- Come da copione, nel primo giorno della legislatura, la 17 per la precisione, le parole più ricorrenti tra gli opinion maker che nei salotti televisivi  hanno seguito, scheda per scheda (bianche, in pratica) le elezioni dei  Presidenti di Camera e Senato, ma anche nei bar, mercati, strade, case…sono state “nuove elezioni”.

Una legislatura che si preannunciava, già subito dopo l’esito delle elezioni, decisamente faticosa, a rischio, con una maggioranza in pratica evanescente e con una affermazione al di là di ogni aspettativa, del Movimento 5 Stelle che sta dimostrando di non voler nessun accordo, con nessuno.

Intanto, accanto alle votazioni, hanno fatto notizia i nomi di ex parlamentari che con la non rielezione, hanno visto aprirsi le porte del carcere. Sergio De Gregorio, che con quel suo Movimento Italiani nel Mondo non ha certo contribuito a valorizzare la realtà dei connazionali all’estero, ex IDV passato al Pdl, è accusato di corruzione in merito alla compravendita dei senatori portata avanti dal leader del Pdl.  Non solo: De Gregorio si è consegnato alla Guardia di Finanza che dovrà approfondire meglio anche il ruolo che l’ex Senatore ha avuto nell’inchiesta sui finanziamenti all’Avanti, l’accusa parla di associazione per delinquere, truffa ai danni dello stato, riciclaggio ed estorsione. Ora è agli arresti domiciliari.

Anche Vincenzo Nespoli, ormai ex senatore del Pdl, dovrà affrontare, da comune cittadino, l’accusa di bancarotta e riciclaggio.

Stessa sorta per Alberto Tedesco, ex Senatore del Pd, accusato di associazione per delinquere, concussione, corruzione e turbativa d’asta nell’ambito di una indagine sulla sanità pugliese. Senza più l’immunità parlamentare, puntuali, i carabinieri di Bari hanno provveduto a formalizzare gli arresti domiciliari. E anche Nicola Cosentino, sottosegretario Pdl, che tanto aveva fatto per essere nuovamente candidato e quindi continuare ad usufruire della sua immunità, non ha potuto fare a meno di affrontare la giustizia per le accuse di concorso esterno in associazione camorristica costituendosi a Napoli.

 

Mentre ci si augura che personaggi del genere non tornino ad inquinare i luoghi dove i nostri eletti dovrebbero lavorare per il bene dei cittadini, “la storia ha inizio”. Questo il  twitter di Grillo nel primo giorno dell’ingresso dei suoi seguaci alla Camera e Senato. E proprio i grillini sono stati i veri protagonisti di questo primo giorno, o forse è meglio dire, di questo periodo; inseguiti, braccati e bramati da fotografi e giornalisti che hanno tentato di strappare, faticosamente, dichiarazioni, propositi e dati anagrafici. E sempre i grillini sono stati i primi ad arrivare e a portare un vistoso apriscatole per rendere meglio l’affermazione “apriremo il parlamento come una scatola di tonno”. I primi ad arrivare e quindi, come a scuola, ad occupare i posti, tanto che qualcuno del Pd si è lamentato.

A meno che non ci sia sfuggito, nessuna attenzione da parte dei giornalisti per i deputati esteri, nessuno li ha rincorsi, o magari lo hanno fatto, ma appena saputo che non erano grillini, non ci sono state ulteriori domande. Unica eccezione Attilio Tassoni, eletto nella ripartizione Europa, grillino. Appunto.

Non manca, come in ogni occasione, il grande assente. In questo caso, è stato Silvio Berlusconi, ancora ricoverato al San Raffaele, e più occupato a dirigere il traffico dei suoi processi che ai nomi da scrivere sulle schede.

E mentre ancora si cerca un accordo per le presidenze di Camera e Senato, già si pensa ad altre elezioni che vedranno, a breve, impegnati i parlamentati di questa 17 legislatura: quelle per la più alta carica dello Stato. Tra i primi nomi, Romano Prodi, Giuliano Amato, Anna Finocchiaro, Gianni Letta… ma sono solo ipotesi echeggiate nei salotti televisivi, tra una pubblicità e una rincorsa al grillino disposto a parlare.

Unanime il parere sulla possibilità di avere al più presto un Governo “stabile”, come se fosse necessario associare alla parola Governo anche quel “stabile”: unanime la convinzione che si tratta di un’ipotesi lontana, irreale, impossibile.

In attesa che la notte porti consiglio, Bersani continua a non dormire sonni tranquilli, perchè sul collo non sente solo il fiato dei grillini, ma anche quello di Renzi, pronto alla leadership del partito.

 Giovanna Chiarilli

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