Bersani mostra le carte al Colle: “Sono a disposizione”

ROMA  – Non porterà i numeri di una maggioranza difficile da comporre, oggi, Pier Luigi Bersani quando alle 18 sarà ricevuto al Colle. L’obiettivo del leader Pd è convincere il Capo dello Stato della sua proposta politica che rispecchia l’esigenza di cambiamento, uscita dalle urne. Programma che il segretario dem è convinto di poter portare in Parlamento anche se, spiegano i fedelissimi, Bersani non andrà da Napolitano a pretendere l’incarico ma a mettere sè stesso e il Pd ”a disposizione” di un governo per il paese.

Il Pd concorda in pieno sull’urgenza di una soluzione politica, evidenziata ieri dai presidenti di Camera e Senato Laura Boldrini e Luigi Zanda.

– Occorre dare con immediatezza un governo politico che tenga conto del risultato elettorale – sostiene il neocapogruppo a Palazzo Madama Luigi Zanda che oggi accompagnerà Bersani insieme al suo omologo a Montecitorio Roberto Speranza.

Nonostante la consapevolezza della ”mission impossible”, Bersani spera di riuscire a dimostrare al capo dello Stato che, se la sua strada è stretta ”altre lo sono ancora di più”. Ieri, come ennesimo tentativo per convincere il Parlamento, il segretario ha inviato a tutti i parlamentari gli 8 punti del suo programma per il ”governo del cambiamento”. Ma sicuramente, come ribadirà oggi il leader, il Pd esclude ”governissimi” con il Pdl e quindi la richiesta che il Cavaliere avanzerà per i democrats è irricevibile.

– Berlusconi – osserva Enrico Letta – propone un governo della concordia. Ma con quale coraggio e con quale coerenza lo fa, dal momento che nell’unico caso in cui sostenevamo lo stesso governo per fronteggiare la crisi ha tolto la spina prima del tempo solo per i suoi interessi?.

Alla vigilia della consultazione, nel Pd si punta a non tirare per la giacca il presidente della Repubblica affinchè affidi l’incarico a Bersani. Se il leader di Sel Nichi Vendola ha messo in chiaro che ”l’incarico spetta a Bersani”, oggi il segretario non farà lo stesso. Nessuna intenzione di fare passi indietro ma il suo obiettivo primario, spiega il leader ai suoi, è chiarire la natura e la qualità della proposta politica e di un eventuale squadra di governo senza rivendicare alcun mandato per sè.

In attesa dell’incontro al Quirinale, però, non si sono interrotti i contatti e i sondaggi informali dei pontieri del Pd per ottenere la fiducia nel caso in cui Napolitano dia il via libera a Bersani. Secondo rumors, più che su appoggi grillini il Pd dovrebbe incassare l’ok dei montiani e lavora per una non belligeranza dei leghisti che consentano al governo di partire. Un’impresa tutta in salita che trova molti scettici anche nel Pd che, in caso di fallimento di Bersani, scongiurano un ritorno alle urne e immaginano un governo guidato da Piero Grasso o da un tecnico come il direttore generale di Bankitalia. Ma oggi il segretario dem vuole giocarsi fino in fondo la sua carta.