Una perdita molto dolorosa

SANTIAGO: Dopo aver strenuamente lottato contro una malattia che lo aveva colpito da tempo Mario González si è spento. Mario, l’amico generoso e sempre pronto a tendere una mano a chi ne aveva bisogno, era il Presidente dell’ufficio Inca del Cile e membro del Comites di Santiago.

Negli anni bui della dittatura di Pinochet Mario González era entrato quasi miracolosamente nella nostra Ambasciata. E’ arrivato con una ferita d’arma da fuoco. Era riuscito a sopravvivere ad un agguato dei militari che da tempo lo tenevano nel loro mirino.

Mario González e la moglie Coralis Rodríguez avevano un ruolo di rilievo all’interno degli oppositori al regime dittatoriale di Pinochet e certamente non ne sarebbero usciti vivi se fossero caduti nelle loro mani.

In ambasciata Mario ha avuto modo non soltanto di curarsi ma anche di individuare e denunciare un infiltrato che cercava, per conto dei militari, di ottenere informazioni dai rifugiati.

In seguito Mario è stato esiliato in Italia insieme alla moglie e lì è rimasto molti anni lavorando con i sindacati e i patronati. Per il suo carattere aperto, la rettitudine morale e l’autorevolezza che gli derivava dal ruolo che aveva avuto all’interno della resistenza cilena sono state molte e profonde le amicizie costruite in quegli anni che ha condiviso con Coralis e la loro bimba Millaray, nata durante il “periodo italiano”.

Quando l’epoca buia della dittatura si è conclusa e le frontiere del Cile si sono riaperte per i tanti esuli, Mario e Coralis sono stati tra gli ultimi a poter fare ritorno in patria.

Appena possibile però sono rientrati nella loro amata Santiago e si sono impegnati come rappresentanti dell’ufficio Inca. Ma non solo, hanno creato l’associazione Insieme che è riuscita ad agglomerare moltissimi giovani ai quali offrivano la possibilitá di seguire corsi di diverso tipo, dalla chitarra, ai computer, dalla lingua italiana alla danza tradizionale.

Poco a poco il loro Insieme si è riempito di persone di tutte le etá che andavano con entusiasmo ad ogni manifestazione. E Millaray, ormai grande, ha dato una spinta notevole alla partecipazione dei giovani.

E’ lì che trovavo sempre una calorosa accoglienza quando, da parlamentare, mi recavo in Cile per incontrare la collettivitá.

Importante anche l’impegno di Mario, don Mario come lo chiamavano con rispetto tutti coloro che lo conoscevano, all’interno del Comites dove ha sostenuto sempre la battaglia per i diritti dei più deboli.

Mario lascia un vuoto incolmabile tra tutti noi che lo abbiamo conosciuto, stimato e che a lui siamo stati sinceramente affezionati. Da queste colonne giungano a Coralis, alla figlia e a tutti i familiari le più sentite e affettuose condoglianze dalla famiglia della Voce.

Mariza Bafile

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