Prandelli carica i suoi: “A Malta contano solo i punti”

FIRENZE – Il vento di Malta. Le astuzie di Ghedin. I dubbi dell’ultima ora. Archiviata la serata di spettacolo e rimpianti col Brasile, l’Italia di Cesare Prandelli va al sodo: a Malta “contano soprattutto i punti”, c’é l’assoluta necessità di evitare il pur minimo rischio di lasciarsi sfuggire l’occasione. Solo così si spiega la dimensione che il ct azzurro dà all’avversaria, a suo dire “meglio organizzata del Brasile”. “Quando ho detto così, non volevo offendere la nazionale brasiliana né prendere in giro Malta: semplicemente, loro sono come una squadra di club, molto organizzati e chiusi”, spiega Prandelli. Pensare che a impensierire una nazionale composta per intero dai blocchi Milan e Juve e che a frenare il duo d’attacco Balotelli-El Shaarawy siano i semi-dilettanti agli ordini di Pietro Ghedin, onesto faticatore delle difese di serie A anni ‘70 e ora combattente delle panchine, puo’ sembrare esagerato.

Eppure l’Italia è specialista nel complicarsi la vita, come confermano l’ultimo successo in terra maltese (uno striminzito 2-1 nel ‘92 ai tempi di Sacchi) o precedenti come quello di Donadoni alle Far Oer. “Sono partite facili se sei bravo a renderle tali…”, ammonisce Prandelli, cui rimane un’unica incertezza di formazione, sulla carta. Con Abate al posto di Maggio, Di Sciglio confermato in difesa e Marchisio rientrante a posto dello squalificato De Rossi, dovrebbe essere Giaccherini il preferito a Cerci, dietro ai due attaccanti milanisti: “Il dubbio è tra i due moduli: sul 4-3-3 penso che non siamo ancora prontissimi”, la convinzione di Prandelli, che vuole andare sul sicuro.

Tra Malta oggi e Repubblica Ceca il 7 giugno, la nazionale ha fissato una tabella di marcia chiara: sei punti, per arrivare all’estate in posizione di classifica privilegiata e chiudere la qualificazione già a settembre, per poi sviluppare tutti gli esperimenti del caso.

“Non pensate al 6-0 subito dai nostri avversari a Sofia – raccomanda Prandelli – Ogni partita fa storia a sé: quella è contrassegnata da due errori clamorosi, la neve e un vento fortissimo”. Quello a dire il vero lo troverà anche l’Italia a Malta, tanto da metter paura per un attimo al ct sulle chanche di atterraggio (“il mio collaboratore Viscidi controlla il sito dell’Aeronautica”, diceva Prandelli prima di esser rassicurato dall’aeroporto di La Valletta): resta il probabile condizionamento sulla partita del maestrale, che pure è dato in calo.

“Quando un allenatore parla di queste cose, c’é sempre chi sorride. E’ vero, il vento c’é anche per l’avversario. Ma è una questione di abitudine: succede che ti si asciuga il sudore addosso, pensi di non faticare e perdi la concentrazione”.
Tra mille dettagli da non tralasciare, emergono le due carte su cui punta per domani Prandelli: una nazionale consolidata sul doppio blocco rosso-bianconero (6 juventini e 5 milanisti in campo) e le promesse del duo Balotelli-El Shaarawy.
“Sono felice di aver i due blocchi: conoscersi bene aiuta in campo, si fatica di meno a far passare certe conoscenze. Tra loro poi – é la convinzione del ct – non c’é problema di amalgama tra due schemi: il segreto è mantenere corta la squadra”.

Quanto ai giovani attaccanti azzurri, “loro due hanno ampio margine di miglioramento: mi aspetto di più di quanto hanno fatto vedere finora”.

Certo, il Balotelli che confessa di sentire l’azzurro come qualcosa di “speciale” lo conforta, “ma in fondo – chiosa Prandelli – lo sapevo, perché questo è lo spirito che la nazionale ha da sempre: la maglia azzurra unisce”.

In ogni caso, a Malta più che di poesia si tratterà di prosa. “Accontentarmi dell’1-0? Dipende da come arriva, diciamo che se sarà così con le occasioni create contro il Brasile, mi sta bene”. Va bene non sottovalutare Malta, ma senza esagerare.