Fiat, Marchionne: “Necessario un governo”

TORINO  – La fusione tra Fiat e Chrysler ”è inevitabile”, ma il percorso non è ancora definito: c’è una data però sulla quale Sergio Marchionne scommetterebbe ed è il primo giugno 2014 quando l’amministratore delegato compirà dieci anni di permanenza al Lingotto.

– Abbiamo più del 50% di probabilità di chiudere prima di allora – dice ai cronisti dopo l’assemblea, convocata al Lingotto per deliberare sul bilancio 2012 e l’acquisto di azioni proprie.

La prossima volta ci saranno anche i lavoratori: la Fim annuncia, infatti, la costituzione della prima associazione dei dipendenti con azioni Fiat, determinando così ”una rappresentanza collettiva dei lavoratori anche dentro gli organismi societari”.

Marchionne chiede che si faccia in fretta un governo che consenta di andare avanti, rivendica ”l’impegno enorme” assunto dal gruppo nonostante il quadro incerto e non mette in discussione gli investimenti nel Paese, anche se non indica tempi precisi per Mirafiori. E’ anche l’assemblea dell’orgoglio Fiat.

– Diversi costruttori – afferma il presidente John Elkann – sono entrati in crisi profonda e hanno annunciato chiusure di stabilimenti e licenziamenti. Ma noi no: noi manterremo l’occupazione.

Anche Marchionne lo sottolinea: Fiat avrebbe potuto chiudere uno o più stabilimenti in Italia, ma ha cercato ”un punto di equilibrio tra logiche industriali e responsabilità sociale”.

– Questa è la ragione per cui alla via più facile abbiamo preferito quella del coraggio e della responsabilità.

– Non è vero – ribatte il leader della Fiom, Maurizio Landini – che la Fiat non ha chiuso stabilimenti e ridotto l’occupazione, come dimostrano la Cnh di Imola, la Irisbus di Grotta Minarda e Termini Imerese.

Il gruppo, che non distribuisce dividendi, deve fare i conti con un mercato dell’auto che continua ad andare male in Europa, dove il pareggio di bilancio è rinviato al 2015-2016, e in particolare in Italia (”peggiora di giorno in giorno, non riesco a vedere il fondo”, osserva Marchionne).

Il manager italo-canadese annuncia che a fine aprile, quando saranno esaminati i conti del primo trimestre, aggiornerà gli obiettivi per le varie aree geografiche. In attesa del parere del Tribunale del Delaware sul valore della quota detenuta dal fondo Veba in Chrysler, che arriverà entro il secondo trimestre 2013, Marchionne esclude ancora una volta il ricorso ad aumenti di capitale e spiega che il gruppo ha ”un’enorme liquidità”, pari a circa 20,9 miliardi di euro. C’è la strada della vendita di asset ma tra questi non c’è Ferrari, che ”ha grande valore strategico, è impagabile”.

Possibile invece la cessione del 2,8% di Industrial. Nessuno spot con il comico genovese Maurizio Crozza, che Marchionne ha incontrato di recente:

– Non condivido la mia imitazione, gli ho consigliato di migliorarla. Imita gli altri molto meglio di me.

Dopo l’assemblea i vertici Fiat firmano al Lingotto un accordo di partnership con Expo Milano 2015: la casa torinese, che dà un contributo economico diretto di 7 milioni di euro, fornirà una flotta di un centinaio di vetture per gli spostamenti nell’area dell’Expo e per le delegazioni che arriveranno da ogni angolo del mondo.