Obama vara la manovra: lotta agli sprechi e più tasse ai ricchi

NEW YORK  – Via gli sprechi e più tasse sui ricchi: questa la ricetta di Barack Obama per ridurre il deficit americano e rafforzare gli investimenti in crescita e occupazione. Ma anche quelli nella scuola, aumentando le imposte sul tabacco. Nel presentare la sua Finanziaria al Congresso il presidente Usa mantiene quindi le promesse tante volte annunciate durante la campagna elettorale e dopo la sua rielezione, ma cercando di non esasperare i toni della disputa che da mesi va avanti con i repubblicani. L’appello del presidente è di raggiungere al più presto un compromesso, per sbloccare la situazione di stallo che vede due leggi di bilancio diametralmente opposte approvate l’una dai democratici in Senato, l’altra dai repubblicani alla Camera.

– Bisogna essere seri e responsabili – ammonisce, sottolineando come i necessari tagli alle spese non siano incompatibili con quegli investimenti senza i quali non ci può essere una vera ripresa dell’economia. Anche perchè all’orizzonte si addensano le nuvole: l’amministrazione ha rivisto al ribasso le stime di crescita, indicando un Pil al 2,3% nel 2012 e al 3,2% nel 2013. Anche se la disoccupazione dovrebbe continuare a scendere al 7,7% quest’anno e al 7,2% il prossimo. Ma è lo scenario mondiale ad alimentare le preoccupazioni, con la crisi dell’Eurozona ancora irrisolta e il numero uno del Fondo monetario internazionale (Fmi), Christine Lagarde, che rinnova l’allarme: nel mondo ci sono ormai 200 milioni di disoccupati. Per questo – ammonisce a una settimana dai meeting di primavera di Fmi e Banca mondiale – la priorità dei governi non può che essere l’occupazione.

L’amministrazione Obama ne è cosciente e per questo insiste nel contrastare una ricetta dei repubblicani che punta molto di più sui tagli rispetto alla manovra disegnata da Casa Bianca e Tesoro. Una manovra che prevede un taglio del deficit di 1.800 miliardi in dieci anni, da realizzare soprattutto attraverso 930 miliardi di riduzione degli sprechi nell’ambito della spesa pubblica e circa 580 miliardi di nuove entrate fiscali.

Nel dettaglio, il deficit nei prossimi tre anni dovrebbe scendere al 4,4% nel 2013: questo anche eliminando molti sgravi fiscali finora riconosciuti alle persone più agiate e innalzando almeno al 30% l’aliquota sui redditi sopra al milione di dollari. E’ la cosiddetta ‘Buffett Rule’, che prende il nome dal miliardario americano Warren Buffett che denunciò il fatto di pagare meno tasse della sua segretaria. La manovra Obama prevede quindi anche un programma di investimenti in infrastrutture e nell’istruzione, settori ritenuti fondamentali dal presidente americano per rilanciare economia ed occupazione e per dare un futuro di prosperità alle future generazioni. In particolare, per l’anno fiscale 2014 la manovra propone investimenti per 50 miliardi di dollari in strade, ponti e altre opere pubbliche, cui si aggiungono un miliardo per sostenere l’innovazione nel comparto manifatturiero e un ulteriore miliardo per l’istruzione, da reperire anche con un aumento delle imposte sul tabacco. Previsti anche un innalzamento del salario minimo e un credito d’imposta del 10% per le Pmi che assumono o aumentano gli stipendi.