PD: clima da allarme rosso

ROMA. – E’ bufera su Matteo Renzi dopo la sua bocciatura delle candidature di Franco Marini e Anna Finocchiaro per il Quirinale, scrive Alessandra Chini per l’Ansa. I due diretti interessati vanno all’attacco bollando l’uscita del sindaco rottamatore come un attacco ”miserabile” (Finocchiaro) e censurando le sue parole ”gravi e offensive” (Marini). E il sindaco replica con un nuovo affondo dicendosi ”amareggiato” degli attacchi nei suoi confronti solo per aver detto ”cose che pensano milioni di italiani”. Il segretario Pier Luigi Bersani prova a smorzare i toni: ”Avete visto che facciamo sempre questo cinema, ma quando c’è da prendere una decisione, decidiamo”. Ma il clima all’interno del Pd, a tre giorni dall’avvio delle votazioni per il capo dello Stato è da allarme rosso. Tanto è vero che il vice segretario Enrico Letta si dice ”preoccupato” dell’ipotesi di una scissione ma anche determinato a lavorare ”per unire”. Bersani intanto continua a lavorare con l’obiettivo di trovare per il Colle un nome ampiamente condiviso dalle altre forze politiche. Di questo il segretario del pd ha parlato con Mario Monti, trovando sintonia sulla necessitá di una ”corresponsabilitá” nella selta del nuovo capo dello Stato. Naturalmente il nome per il Quirinale deve essere condiviso anche all’interno del Pd e in questa chiave verrá fatto un passaggio, probabilmente domani, con i gruppi parlamentari.

Nel frattempo da Largo del Nazareno è stata ribadita la disponibilitá a un nuovo incontro tra Bersani e Silvio Berlusconi che potrebbe essere domani alla vigilia delle votazioni per il nuovo capo dello Stato. Il leader del Pd, pur mantenendo il paletto del no al governissimo, punta a incassare il sí del Pdl su un proprio nome facendo leva anche sul fatto che dalla quarta votazione in poi il Pd puó eleggere un proprio candidato, come Romano Prodi, che potrebbe essere sostenuto anche dai grillini. Tra i nomi da proporre al Pdl in chiave di larghe intese restano quelli circolati in questi giorni, in particolare quelli di Giuliano Amato e Massimo D’Alema. Due nomi che, fa notare qualcuno, per il momento non sono stati oggetto di ‘rottamazione’ da parte di Matteo Renzi. D’altra parte piú d’uno guarda alla partita del sindaco con sospetto. Dopo il suo stop a Franco Marini (a causa della sua mancata elezione al Senato) gli ex Ppi sono sulle barricate. Renzi mette a rischio ”implosione” il Pd, è l’accusa di Beppe Fioroni che oggi fará un intervento su ‘Repubblica’ in replica alla lettera nella quale il sindaco attacca chi utilizza la sua matrice cattolica in chiave politica.

”Non posso lasciar passare in silenzio parole tanto gravi e offensive”, dice l’ex presidente del Senato Franco Marini prendendosela con la lettera del sindaco rottamatore. ”L’attacco di cui mi ha gratificata Renzi – va giú dura anche la ex presidente dei senatori Pd Anna Finocchiaro, anch’essa attaccata dal sindaco – è davvero miserabile. Non sará mai un uomo di stato”.La Finocchiaro, racconta qualcuno, avrebbe avuto una reazione cosí dura anche perchè sul suo nome il Pd avrebbe sondato Lega e Pdl, trovando, in particolare il Carroccio non contrario. Il suo nome resterebbe comunque nella rosa di candidati Pd al Colle. ”D’altra parte – evidenzia un parlamentare ‘bersaniano’ – se viene bruciato un candidato al giorno si va a finire come con Scalfaro, eletto alla ventitreesima votazione…”. Un rischio che nel Pd non sembrano voler correre in troppi. Il nuovo capo dello Stato va eletto – è il monito di Fioroni – entro la terza votazione, altrimenti il rischio è quello di una ”guerra per bande”.