Napolitano esorta i partiti: “Siate fermi e coraggiosi”

ROMA  – Dai momenti più bui della storia si esce mostrando ”coraggio”, portando avanti le proprie idee con ”fermezza” e sapendo pensare ”all’unità” del Paese senza alimentare le divisioni. Ecco il messaggio da cogliere dalla resistenza che Giorgio Napolitano trasporta ai giorni d’oggi, o meglio al ”tempo di crisi” che sta vivendo l’Italia. Il presidente della repubblica segue con grande cura ed attenzione gli sviluppi delle consultazioni che Enrico Letta sta svolgendo a ritmo serrato alla Camera. E lo fa attraverso ”continui contatti” con lui, come ha confermato eri lo stesso presidente incaricato che spera di chiudere la pratica entro sabato sera.

Il capo dello Stato recepisce senza particolari allarmismi queste prime schermaglie tra Pd e Pdl, consapevole come tutti che in entrambe gli schieramenti ci sono alcuni che cercano di alzare i toni. Ma è tutto nella norma, rientra nella dialettica politica di una fase così delicata. Per cui il messaggio è quello di mantenere sempre il sangue freddo. Certamente rimangono validi alcuni dei messaggi forti che Napolitano ha indirizzato alle forze politiche sia nel suo discorso alle Camere che nel breve intervento dal Quirinale, subito dopo aver consegnato la regia della crisi al giovane Enrico Letta.

– Non ci sono alternative al successo, perchè non ci sono altri scenari possibili se non quello di una larga intesa – disse dal Quirinale.

Nel caso i partiti non trovassero un accordo dopo avermi pregato di accettare un secondo mandato ”ne trarrò le conseguenze”, disse seccamente al termine del discorso d’insediamento. Una frase che fu letta come un ultimo avviso prima dello scioglimento delle Camere e, forse, anche delle sue dimissioni. Che una rapida uscita da questa situazione sia considerata indispensabile dal Colle lo dimostrano le poche parole scambiate  da Napolitano con i cronisti nella storica sede del museo della liberazione di via Tasso, dove i nazisti – durante l’occupazione di Roma (11 settembre 1943 – 4 giugno 1944) – stabilirono il loro durissimo centro di reclusione.

– Siamo in giornate di un tempo di crisi – ha spiegato il presidente – ed è venendo in un posto come questo, in generale tutti i luoghi in cui è cominciata la resistenza, che abbiamo molto da imparare sul modo di affrontare i momenti cruciali: coraggio, fermezza e senso dell’unità che furono decisivi per vincere la battaglia della resistenza.

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