Dopo 58 anni, il “Corriere Canadese” sospende le pubblicazioni

ROMA  – Il “Corriere Canadese”, l’unico quotidiano italiano in Canada fondato nel 1954, ha sospeso le pubblicazioni. Un brutto colpo per l’informazione degli italiani all’estero che rischiano di perdere una voce libera e per la comunità italo-canadese che, dopo 58 anni, rischia di vedere spegnersi una testata importante nel quadro della pluralità dell’informazione.

“In un Paese multietnico come il Canada, il Corriere Canadese è stato anche il collante tra le varie generazioni: non solo gli italo-canadesi cresciuti con il giornale ma anche i loro figli, i giovani interessati a tutto ciò che è italiano”, scrive il direttore Paola Bernardini nel suo editoriale in cui si domanda: “Il Corriere avrà un futuro? La chiusura definitiva sarebbe un “delitto editoriale”. Perché un quotidiano che ha quasi 60 anni di storia, il secondo più antico a Toronto dopo lo Star, non avrebbe dovuto subire tutto questo. Doveva e deve essere considerato un bene prezioso, di cui si avrà la percezione solo quando verrà a mancare”.

La sospensione dello storico quotidiano di Toronto è dettata dalla crisi del settore e dalla decurtazione dei contributi per l’editoria. La società editrice Italmedia, con sede a Roma, ha avviato le procedure di liquidazione forzando a sua volta la Multimedia Nova Corporation, l’azienda canadese proprietaria della testate, ad un stop.

La notizia viene diffusa anche via Facebook e Twitter. E nelle parole del direttore Paola Bernardini una considerazione amara:

“Forse è un segno dei tempi, ma all’Italia interessa poco dei concittadini all’estero: lo ha dimostrato con i tagli al sistema dell’informazione, alle politiche migratorie, alle istituzioni che promuovono la cultura, la lingua, il made in Italy. E pensare che la lingua è il primo patrimonio culturale di un Paese, un’eredità che va trasmessa e che ancora ci distingue.  Il Corriere Canadese lo ha sempre saputo e si è impegnato in questo senso facendo anche diventare il giornale uno strumento di studio nei Dipartimenti di Italianistica delle Università canadesi”.

Il Corriere Canadese ha lanciato un appello alle forze politiche e sociali, alla comunità, alla Federazione della Stampa e all’Ordine. E proprio la Fnsi, con il segretario Franco Siddi, esprime in un articolo pubblicato sull’ultima prima pagina del Corriere Canadese la preoccupazione per la decisione della società editrice di procedere allo stop che tutti sperano temporaneo.

“È una notizia desolante e di grande tristezza”, scrive Siddi. “L’interruzione di una voce storica degli italiani all’estero, affermata in Canada e ben nota agli ambienti della comunità italiana in Patria, è una ferita per tutto il sistema dell’informazione italiano e per la stessa capacità della nazione di rapportarsi a tutti i suoi cittadini, ovunque essi siano nel mondo, con una leale e competente informazione italiana”. Il segretario della Fnsi sostiene che “è indispensabile continuare a invocare una modifica di legge e di regolamento dell’editoria che renda più fluida, nella trasparenza e nella correttezza gestionale, il rapporto tra testata italiana all’estero, comunità in Patria e istituzioni statali. Ai colleghi la piena solidarietà e l’impegno a non lasciarli soli, a far sentire comunque la loro voce – che da oggi diventa di speranza in una riapertura al più presto possibile – da parte della Federazione Italiana della Stampa e mia personale”. 

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Alla collega Paola Bernardini, ai giornalisti della storica testata e a quanti lavorano nella storica testata va tutta la nostra solidarietà. Nessuno meglio di noi può sapere quanto sforzo – sforzo che troppe volte le nostre istituzioni non apprezzano – richieda la pubblicazione di un quotidiano all’estero; un quotidiano che contribuisca alla diffusione della nostra cultura, della nostra lingua, del “Made in Italy”. E, soprattutto, che difenda gli interessi della Madrepatria e delle nostre Comunità. 

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