Immigrazione, la ministro Kienge: “Ius soli temperato”

MACERATA – ‘Torna in Congo’. Forza Nuova attacca il ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge, e il diritto di cittadinanza, con un manifesto choc.

– Non sono questi che mi fermeranno – risponde Kyenge, che rilancia l’ipotesi di uno ius soli ”temperato”, aprendo al confronto anche con chi la pensa diversamente, purchè ”nel rispetto delle regole”.

A Macerata il movimento di ultradestra appende lo striscione razzista davanti alla sede del Pd, che vuole conferire a Kyenge la cittadinanza onoraria; poi invia alla stampa le foto e un comunicato contro ”il ministro della (dis)integrazione, che si è vantata di essere entrata clandestinamente in Italia, elogiando la poligamia”.

”Non si puo’ svendere la cittadinanza italiana a elementi alieni alla nostra cultura” sostiene Fn, ”fermamente contraria allo ius soli”.

La città reagisce indignata, la procura apre un fascicolo di indagine e la Digos perquisisce in serata la sede di Fn. Da Firenze, dove partecipa alla conferenza sullo Stato dell’Unione, la ministra replica:

– Non sono questi che mi fermeranno, non sono preoccupata. La mia risposta non è fondamentale, ma lo è ciò che risponde la società civile.

Poi, sui diritti di cittadinanza precisa:

– Ci sono diversi modelli: lo ius soli puro c’è solo negli Stati Uniti, mentre l’Europa va verso uno ius soli temperato. Non avevo dato la risposta che in Italia si dovesse applicare lo ius soli puro.

Una ”sostanziale retromarcia” secondo Maurizio Gasparri, che rinnova comunque la sua solidarietà al ministro. Digos e Squadra mobile, coordinati dal pm Giovanni Giorgio, conducono accertamenti nell’ambito della legge Mancino, che punisce con la reclusione fino a un anno e sei mesi chi ”propaganda idee fondate sulla superiorità e l’odio razziale o etnico”.

E a Kyenge va il sostegno bipartisan della politica – da Maurizio Lupi a Nichi Vendola, da Beatrice Lorenzin a Luigi Zanda al Movimento 5 Stelle di Macerata, che invita i ”quattro ragazzi frustrati di Fn a leggere e viaggiare per imparare il rispetto del prossimo”. Per il medico italo-congolese l’attacco di ieri è solo l’ultimo di una serie di minacce e insulti via web piovuti dal giorno della nomina. Tanto da indurre la ministra Josefa Idem a mobilitare l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazione del Dipartimento per le Pari Opportunità.

Quel ‘torna in Congo’ riecheggia le parole di Mario Borghezio, dell’ex senatore della Lega Nord Erminio Boso e uno striscione affisso fuori da un liceo a Padova, e se il Prc vuol mettere Forza Nuova fuori legge, le Marche si stringono attorno al ministro, con il governatore Gian Mario Spacca, gli amministratori locali, i parlamentari: ”frasi spregevoli, ignobili, inaccettabili” dicono all’unisono.

Il sindaco di Macerata Romano Carancini invita Kyenge a visitare una città da sempre caratterizzata ”da una grande capacità di accoglienza e integrazione”. Morgoni ricorda che il 10% della popolazione provinciale è straniera, e non può essere considerata ”una comunità separata”. I forzanovisti? ”sono nipoti di ‘clandestini’, maceratesi emigrati in massa nelle Americhe o in Australia”. Ora l’iter per la cittadinanza onoraria ai figli di immigrati nati a Macerata sarà accelerato, e il presidente della Provincia di Pesaro Urbino Matteo Ricci vorrebbe Kyenge alla cerimonia analoga che ci sarà a Pesaro.

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