Pd, trovata l’intesa in extremis: Epifani traghettatore

ROMA – Il Pd sfiora il suo ”8 settembre”, cioè un Assemblea nazionale al buio, ma alla fine trova l’intesa sul nome di Guglielmo Epifani quale segretario-traghettatore che, se avrà il voto dei 1000 delegati, dovrà condurre il partito sino al Congresso di ottobre. E sarà lì che verranno affrontati i nodi della linea politica, sulla quale ci sono visioni antitetiche tra correnti, che però non saranno oggetto della discussione dell’Assemblea odierna. In tal senso il premier Enrico Letta sta limando il proprio intervento alle Assise per evitare uno slittamento della discussione sul tema tuttora divisivo delle larghe intese.

In queste ore le nubi che si erano addensate negli ultimi giorni si sono diradate, soprattutto perchè si è andato chiarendo un elemento: l’Assemblea dei 1.000 convocata alla Fiera di Roma non deve anticipare il Congresso, scegliendo un segretario con una linea politica; deve piuttosto eleggere un garante per tutte le componenti. Queste poi si confronteranno con le rispettive mozioni al Congresso, e lì si scioglieranno i nodi. E’ ciò che hanno spiegato a tutti i componenti del Comitato preparatore dell’Assemblea, composto dai due vice-presidenti, Marina Sereni e Ivan Scalfarotto, i tre capigruppo Roberto Speranza, Luigi Zanda e David Sassoli, e dal coordinatore dei segretari regionali, Vincenzo Amendola. Ed è quello che hanno tentato di spiegare ai giovani di OccupyPd, riuniti ieri a Roma, il ‘lettiano’ Marco Meloni, il ‘franceschiniano’ Sassoli e alcuni giovani deputati di area bersaniana guidati da Fausto Raciti.

L’incontro, pur spigoloso, è servito per lo meno ad riassorbire i nuovi ”girotondini” nella dialettica interna al partito. E in questa ottica è estraneo all’Assemblea anche il documento preparato da Laura Puppato e ieri sottoscritto dal prodiano Sandro Gozi contro le larghe intese, che potrebbe non essere messo nemmeno ai voti.

Nell’ottica dunque del traghettatore era stato fatto il nome ”istituzionale” del capogruppo alla Camera, Roberto Speranza, che aveva pure il vantaggio di essere giovane. Ma l’interessato, nelle riunioni con gli altri componenti del Comitato preparatorio ha spiegato di non essere disponibile.

– Sono innamorato del mio mestiere di capogruppo – ha detto.

Si è puntato allora a tre nomi di esperienza e sempre di garanzia, come quelli di Anna Finocchiaro, Piero Fassino e Guglielmo Epifani. I primi due però hanno cariche istituzionali che mal si sposano con il nuovo ruolo per ragioni diverse (presidente della commissione Affari costituzionali del Senato e sindaco di Torino), mentre Epifani può conciliare il suo attuale incarico di presidente della commissione Industria della Camera con il ruolo di segretario.

Dopo una consultazione tra le varie anime del partito è emersa una ”ampia convergenza” sull’ex segretario della Cgil, come hanno detto in una nota i membri del Comitato preparatorio, e al quale spetterà il compito, ha detto Dario Franceschini, di ”sostenere il governo e rilanciare il partito tenendolo unito”. Tutti gli altri nodi, a partire dalla decisione se il futuro segretario dovrà essere anche candidato premier o meno, saranno affrontati a partire da lunedì.