Federer alla “Voce”: “Devo tornare a vincere”

ROMA – L’eleganza. Il talento. La tecnica. Difficile trovare parole diverse da affiancare al nome di Roger Federer. Il suo ingresso nel Centrale è accompagnato da un boato. Il sudafricano Kevin Anderson, numero 27 del ranking Atp ed ottimo giocatore, è destinato a recitare il ruolo di una semplice comparsa in questo caldo pomeriggio romano. I due si allenano insieme per circa tre ore, ma gli occhi e le attenzioni del pubblico sono tutte per lo svizzero. Sobrietà e concentrazione lo accompagnano anche in sala stampa, dove appare in ogni momento assai lucido e determinato. Il “Re” è tornato. Proprio a Roma, in uno dei pochissimi tornei che non è mai riuscito a vincere.

D: Hai protestato nei confronti dell’organizzazione per via della scarsa disponibilità, in termini di tempo, del campo?

R: Ad essere sincero, non capisco la domanda.

D: Qual’è la superficie più difficile cui adattarsi?

R: Credo che il cemento sia la superficie più “normale”. Terra rossa e prato ti costringono ad aggiustamenti molto più marcati ed è proprio in circostanze del genere che emerge la base tecnica di qualsiasi giocatore.

D: Cosa farai per migliorare il tuo controllo dopo la sconfitta rimediata da Nishikori la scorsa settimana? Che tipo di lavoro prevedi di fare in allenamento?

R: Luci ed ombre nelle mie performance di Madrid e Monte Carlo. È stata dura, ma tutto contribuisce ad accumulare esperienze che potranno rivelarsi molto utili. L’allenamento con Kevin (Anderson, ndr) è stato molto intenso ed ora abbasserò un po’ i ritmi in attesa dei primi incontri. Sarà importante avere una buona preparazione.

D: Per alcuni anni, hai giocato anche in doppio. Considereresti nuovamente questa opportunità oppure no?

R: Al momento, no. Ho sempre giocato con Stan (Wawrinka, ndr) o Yves (Allegro, ndr) e, dal momento del loro ritiro da questa specialità, non ho più preso in considerazione questa possibilità. Voglio lavorare sul singolare e la verità è che il doppio non mi diverte.

D: Quante volte ti è capitato di essere tagliato fuori da un incontro nel modo in cui è accaduto in Spagna pochi giorni fa? Molti sottolineano che qualcosa non giri per il verso giusto e che tu non sia più lo stesso. Cosa pensi in momenti del genere?

R: Niente di tutto questo. Ero felice l’anno scorso e, quando tutto andava bene, nessuno mi attaccava. Capisco che tutti vogliano essere il numero uno e sono stato sorpreso di come le cose siano cambiate così velocemente. Per me la cosa importante è essere concentrato qui a Roma, vincere ed abituarmi a giocare sulla terra rossa. Non c’è nient’altro da approfondire.

D: Quanto sarà importante la pausa di cui hai potuto e voluto beneficiare tra Indian Wells e Madrid? Ti aspetta il Roland Garros.

R: Spero che abbia effetto. Devo iniziare a giocare al meglio, soprattutto visto che gli altri ragazzi sembrano già al top. Alcuni di loro potrebbero essere stanchi psicologicamente dopo mesi e mesi di partite. Io sono in una fase diversa e questo potrebbe rappresentare un grosso vantaggio. Ma torniamo sempre al punto di partenza: devo iniziare a vincere.

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