NEW YORK. – La speranza è che i negoziati per creare la zona di libero scambio più grande al mondo, quella tra Europa e Stati Uniti, possano partire per il summit del G8 in programma in Irlanda del Nord il 17 e 18 giugno.
– Ci sono buone chance – ha detto David Cameron, in visita alla Casa Bianca. Ma il premier britannico non nasconde le difficoltà e fissa i suoi paletti:
– Tutte le questioni, anche quelle più difficili e delicate, dovranno essere messe sul tavolo, senza eccezioni.
Un monito, più che un messaggio, indirizzato soprattutto alla Francia di Francois Hollande, che vorrebbe escludere dalle discussioni temi caldi come l’agricoltura (Parigi è il beneficiario numero uno della Pac, la politica agricola comune), oltre al capitolo sulle cosiddette ”eccezioni culturali”, per proteggere l’identità e le specificità di alcuni beni e servizi tipicamente nazionali e poterli continuare a promuovere al di fuori dei vincoli fissati all’interno di una zona di libero scambio. E’ il caso dei servizi audiovisivi che, come hanno ripetuto nelle ultime ore i ministri francesi della cultura e del commercio, ”non sono negoziabili”.
Cameron però non ne vuol sapere, e fa capire che se Parigi dovesse insistere, la strada per avviare le trattative sarebbe tutta in salita. Ma il premier britannico mostra un cauto ottimismo:
– Le prossime cinque settimane, prima del G8, saranno cruciali – afferma al fianco del presidente Usa Barack Obama che ha sottolineato di non vedere l’ora di iniziare a discutere con l’Unione europea.
– E il Regno Unito- ha aggiunto il presidente americano – è fondamentale per rafforzare la partnership transatlantica.