Merkel: “Mai mentito sul mio passato comunista”

BERLINO. – Sul suo passato nella Ddr Angela Merkel non ha mai mentito. Come non ha mai mentito sul ruolo avuto nell’ex Germania dell’Est comunista. La cancelliera tedesca afferma di non avere nulla da rimproverarsi, tutt’al più sono state poche le domande sul suo passato rivoltele dai giornalisti in questi ultimi 20 anni. E nel ricostruire il suo passato lei si affida alla memoria: ricordi ”sinceri”, come li ha definiti il portavoce.

Merkel schiva in anticipo le frecce avvelenate che arrivano dalla nuova biografia, prima che il testo annunciato dalla Bild la settimana scorsa compaia nelle librerie. Prima cioè che gli elettori cristiano-democratici possano leggere nelle pagine di ”La prima vita di Angela M.” le pagine che descrivono una ex comunista ben integrata e attiva politicamente nell’ex Germania dell’Est. Una donna che non sognava affatto la riunificazione tedesca, ma una Ddr democratica e autonoma. Altro che la studiosa tutta dedita alla fisica, che avrebbe scoperto solo più tardi passione e talento per la ‘res publica’.

La cancelliera reagisce. Replica alle accusa di aver sostanzialmente edulcorato il suo passato per poter entrare nella Cdu della nuova Repubblica federale riunificata, fino ad assumere le redini del partito e del Paese. Ed è significativo anche il contesto da lei scelto per respingere questo ritratto, nè autorizzato, nè condiviso, della sua gioventù: domenica sera, davanti alla platea della Deutsche Film Akademie, per un’occasione pubblica quanto mondana. In questa veste inedita, la cancelliera racconta prima del suo film preferito, una pellicola cult nella Ddr, ”Die Legende von Paul und Paula”, (1973, regista Heiner Carow).

La donna di ferro si sofferma sulla sensazione ”pazzesca” di vedere sugli schermi la realtà che conosceva benissimo, vivendola ogni giorno. Ma è un giornalista della Bild a deviare l’attenzione generale, chiedendole di chiarire che ruolo avesse nella ex repubblica socialista, riferendosi alla biografia con cui Ralf Georg Reuth e Guenther Lachmann la accusano di avere avuto legami col regime socialista ben più stretti di quanto noto fino a oggi. E’ vero, le chiede senza troppi giri di parole il reporter, che fu segretaria dell’Agitazione e della Propaganda del movimento Freie Deutsche Jugend? Il moderatore tenta di evitare lo sgambetto – ”non è una conferenza stampa” – ma è la cancelliera a voler rispondere:

”Ci arrivo”, dice, accogliendo la richiesta. ”Io posso solo basarmi sulla mia memoria, che così va presa. Se adesso risulta qualcos’altro, ci si può anche convivere”. ”Quello che per me è importante – sottolinea però – è che io non ho mai dissimulato niente”.

Anche nel 2004, rispose in modo simile: ”Agitazione? Propaganda? Io non ricordo di aver agitato qualcosa. Ero delegata culturale”, disse a Hugo Mueller-Vogg, in un libro intervista oggi introvabile se non nelle librerie dell’usato. Caso chiuso, insomma, per la donna più potente del mondo, che gode di consenso e fiducia schiaccianti fra i suoi concittadini. Non lo è per i giornalisti, però, che a Berlino sono tornati all’attacco: ”Angela Merkel ha sempre risposto alle domande sul suo passato in modo aperto e sulla base di ricordi sinceri”, l’ha difesa il portavoce Steffen Seibert. Chi non crede a questa versione dei fatti adesso potrà leggere un’altra storia.

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