Francia in recessione, Germania in bilico

BRUXELLES – Se l’Italia piange, l’Europa sicuramente non ride: l’ombra della recessione  tornata ad allungarsi anche sulla Francia, la Germania È scampata di un soffio a una sorte analoga e l’Eurozona si trova a dover fare i conti con una crescita che nel complesso È risultata negativa (-0,2%) per il quarto trimestre consecutivo. Uno scenario allarmante messo nero su bianco dai dati diffusi dalle autorità nazionali e da Eurostat.

Davanti a questa situazione il presidente francese Francoise Hollande e quello della Commissione Ue Josè Manuel Barroso hanno rilanciato, in occasione del loro incontro a Bruxelles, l’urgenza di mettere in campo a livello nazionale ed europeo azioni efficaci e tempestive per ridare slancio alla crescita e all’occupazione. Ad esempio, anticipando l’operatività di quel piano per il lavoro ai giovani già concordato a livello Ue ma la cui attuazione potrà scattare solo quando saranno realmente disponibili i 6 miliardi destinati a finanziarlo. La situazione è ”grave” ha detto Hollande, il quale ha però respinto la tesi secondo cui sia ora la Francia, secondo economia dell’eurozona, il ‘grande malato’ d’Europa.

– Il nostro vicino sta forse meglio di noi? – ha chiesto retoricamente il presidente francese riferendosi alla Germania. Ricordando poi che anche la tradizionale locomotiva dell’economia europea sta segnando il passo. Dopo la flessione dello 0,7% registrata dal prodotto interno lordo tedesco nell’ultimo trimestre del 2012 rispetto al trimestre precedente, nei primi tre mesi dell’anno la crescita è infatti tornata, ma si è attestata su un fragile 0,1%. Questo mentre il segno meno continua a caratterizzare l’andamento del Pil non solo in Italia e Spagna, ma anche in Paesi tradizionalmente ‘forti’ come Olanda e Finlandia.

Per Hollande non ci sono dubbi. L’attuale situazione, che porterà probabilmente la Francia a una crescita zero nell’insieme del 2013, deriva dall’estensione degli effetti delle politiche di austerità a tutti i Paesi dell’Eurozona, dalla mancanza di liquidità e dalle perdita di fiducia nelle prospettive economiche dell’area. Ma ora le precondizioni per intervenire ci sono e passano anche dal maggiore tempo che sarà dato ad alcuni Paesi – tra i quali la stessa Francia – per risanare i loro conti pubblici. A condizione di portare avanti le riforme strutturali necessarie a rilanciarne la competitività.

Barroso e lo stesso Hollande hanno sottolineato però anche la necessità di ”agire insieme e urgentemente per rilanciare il motore della crescita in Europa”, esprimendo la loro delusione per l’applicazione troppo lenta di quanto previsto dal Patto di crescita.

Misure a livello nazionale ed europeo dovranno essere concordate in occasione del prossimo vertice di giugno, come chiesto anche dal’Italia. Un appuntamento al quale il presidente francese, che ha ricordato la collaborazione positiva con Letta, spera di arrivare avendo già convinto anche la cancelliera Angela Merkel della necessità di interventi incisivi e tempestivi per ridare speranze a un’Europa che altrimenti rischia di essere schiacciata dal risorgere di pericolosi nazionalismi.

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