Resta alta la tensione nella maggioranza: Letta media

ROMA  – Resta alta la tensione nella maggioranza. Nonostante gli sforzi diplomatici di Enrico Letta, sui temi caldi della giustizia e dell’Imu continuano le fibrillazioni con il Pdl.

Sul primo fronte Silvio Berlusconi, descritto come un ”leone in gabbia” in attesa delle nuove sentenze giudiziarie, è a stento trattenuto dai suoi. E la ripresentazione del testo sulle intercettazioni da parte del pidiellino Enrico Costa sembra fatto apposta per ricordare che a via dell’Umiltà non si accettano veti sull’argomento giustizia. Mossa che riapre immediatamente il confronto con il Pd. Guglielmo Epifani, all’assemblea del partito, attacca: le intercettazioni non sono una ”priorità”, dice, accusando il Pdl di avere un ”atteggiamento che non aiuta”.

E’ in questo quadro che Letta cerca di tenere insieme una maggioranza riottosa e complicata. Di buon mattino riceve Renato Brunetta. Con il capogruppo pidiellino parla dei prossimi appuntamenti europei, anche in virtù del suo ruolo di coordinatore dei due dibattiti parlamentari che si svolgeranno prima del summit Ue della prossima settimana e di quello di giugno. Poi, dopo un incontro con Giuliano Amato dedicato alle tematiche Ue e alle riforme, il presidente del Consiglio riunisce Angelino Alfano, Fabrizio Saccomanni e Enrico Giovannini. Il ministro dell’Economia ragguaglia il premier, il vice e il titolare del Lavoro sugli ultimi incontri avuti in Europa. Saccomanni conferma che i margini per interventi maggiori su Imu e Cig non ci sono: è possibile solo congelare l’imposta sulla prima casa, ma non sui capannoni industriali e agricoli, perchè il costo è esorbitante: 7 miliardi secondo i calcoli del Tesoro.

Anche il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga, caro al Pd, le risorse non bastano: la copertura si ferma a circa 800 milioni, contro un fabbisogno di 1,3 miliardi. Letta però spiega la sua strategia: ottenere la chiusura della procedura di infrazione aperta da Bruxelles per deficit eccessivo e sfruttare i margini concessi ai Paesi virtuosi per ridefinire nei prossimi 100 giorni sia la tassazione della casa che gli ammortizzatori sociali.

Alfano capisce le ragioni del ministro dell’Economia, ma chiede che sia lui a spiegarle de visu a Renato Brunetta. E così che Saccomanni lascia a piedi palazzo Chigi e per incontrare il capogruppo. L’incontro, giurano fonti di via dell’Umiltà, va bene. Ma poco dopo, il segretario del Pdl convoca ministri, sottosegretari e capigruppo a via dell’Umiltà. Un vertice che, secondo alcuni, è dettato dalla necessità di spiegare le ragioni del mancato congelamento dell’Imu sui capannoni industriali e agricoli. Ma non solo.

– Dobbiamo fare il punto della situazione alla vigilia del Cdm, anche per fare una valutazione sulla dignità del Pdl all’interno del governo – spiega un membro del governo. O, come dice Maurizio Lupi a Porta a Porta, ”il confronto non sarà solo sull’Imu, ma anche su altre questioni come l’Iva” perchè ”avremo dignità e orgoglio se riusciremo a fare le cose come la gente si aspetta”.

Ma Brunetta e Schifani gettano acqua sul fuoco. In un comunicato congiunto sdrammatizzano, assicurando che la riunione era già prevista. Di sicuro, precisano, non è un ”gabinetto di guerra” sull’Imu. Anzi, al termine dell’incontro l’ex presidente del Senato nega che si sia parlato dell’imposta sulla casa, sottolineando di ”fidarsi” di Letta. Rassicurazioni che tranquillizzano il premier, convinto che più di questo, al momento, non si possa proprio fare.

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