Giappone: fattore Abenomics fa volare il Pil

TOKYO – Il fattore ‘Abenomics’ mostra i suoi segnali: l’aggressiva ricetta monetaria e fiscale voluta dal premier Shinzo Abe, al potere in Giappone dallo scorso dicembre, ha generato un Pil in rialzo nel primo trimestre 2013 in rialzo dello 0,9% sui tre mesi precedenti e di ben il 3,5% su base annualizzata, ben oltre le stime degli analisti (+0,7% e +2,8%). La terza economia al mondo riprende a correre sostenuta dai consumi (+0,9%) e dalla ripresa dell’export (+3,8%), soprattutto verso il partner commerciale di riferimento, gli Usa. Si tratta di numeri in contrasto con l’Eurozona, dove la Francia è in recessione con gennaio-marzo (-0,2%), l’Italia sprofonda (-0,5%) col settimo trimestre in contrazione consecutivo e la Germania si difende (con un modesto +0,1%), ma anche migliori, sempre tra le economie sviluppate, dello 0,6% degli Stati Uniti.

– Partendo dall’aumento della spesa dei consumatori, gli effetti dell’azione del governo Abe cominciano a manifestarsi – ha commentato il ministro delle Politiche economiche e fiscali, Akira Amari.

– Si sta creando – ha aggiunto – l’ambiente giusto per il rialzo della tassa sui consumi (dal 5 all’8% nel 2014 per ristrutturare social security e welfare, ndr), ma non basta.

I consumi, che concorrono per il 60% circa alla formazione del Pil, segnano un innegabile balzo (+0,9% reale), ma gli investimenti societari, tra i dati negativi, scontano un altro calo (-0,7%), il quinto di fila su base trimestre, in una voce che vale il 15% del Prodotto interno lordo. Negli sforzi per battere 15 anni di deflazione, Abe ha promosso un pacchetto di spesa di 13.100 miliardi di yen (100 miliardi di euro al cambio attuale), malgrado il Giappone sia il Paese più indebitato dell’Ocse, e una politica monetaria ultra espansiva nominando Haruhiko Kuroda a capo della Bank of Japan.

Il 4 aprile il neo governatore, con il target di inflazione del 2% da centrare in due anni, ha varato un maxi allentamento monetario ‘quantitativo e qualitativo’ (Qqe) che, a fine operazione, dovrebbe valere più di mille miliardi di euro. Le aspettative di crescita, rafforzate dal netto calo dello yen, hanno spinto i listini di Borsa ai massimi da dicembre 2007 (con un +44% solo nel 2013) e lo yen ai minimi dal 2009 sul dollaro, salito oltre quota 100, mentre l’euro ha superato 130.

– La Abenomics ha messo il Giappone di nuovo al centro del mondo – ha detto pochi giorni fa il numero uno di Nissan (e Renault), presentando i dati di bilancio -. Il Giappone, un po’ dimenticato per anni, come terza economia è di nuovo al centro della scena e credo sia un fatto positivo – ha aggiunto. In questo nuovo clima, le famiglie hanno speso il 5,2% in più a marzo (un balzo che non si vedeva da febbraio 2004), con le vendite presso i grandi magazzini in progresso del 3,9%.

I salari, tuttavia, non hanno seguito lo stesso passo (-0,6% annuo a marzo), ma forse è solo questione di tempo: Daiwa Securities ha stimato che gli utili delle prime 200 società possano avere un aumento del 75% nell’anno fiscale in corso, fino a totali 16.090 miliardi di yen (oltre 120 miliardi di euro) se il dollaro resta intorno ai 100 yen. Gli stimoli monetari e fiscali non saranno sufficienti per la crescita sostenuta, secondo alcuni economisti. Nella Abenomics cè la ‘terza freccia’: il piano di riforme che dovrebbe essere varato a giugno. Ma i dubbi restano di fronte alle misure chiave, su tutti la flessibilità del lavoro, come chiave per arginare il peso dell’invecchiamento della popolazione.

Lascia un commento