Merkel calibra l’austerity

BERLINO – E’ ”immensamente preoccupata” per la disoccupazione giovanile in Europa. Ma cosa risponde Angela Merkel a chi l’accusa di aver provocato la recessione? Alla domanda il volto della cancelliera si fa serio, sembra quasi deglutisca, poi annuisce in segno di consapevolezza e risponde dopo una pausa percepibile in sala.

– Tutti parlano di crescita, ma da dove deve venire questa crescita? – e’ il ragionamento.

Non cambia la linea tenuta nel suo discorso pubblico ormai da mesi.

– La crescita deve poggiare su basi solide e non è in contraddizione con il consolidamento di bilancio – ha spiegato al forum sul futuro dell’Europa promosso dall’emittente televisiva WDR -. Lo abbiamo visto in Grecia, quando gli investitori non volevano più saperne di Atene.

Merkel non rinuncia, insomma, alla missione di spronare l’Europa alle prese con i cambiamenti epocali che potrebbero costringerla ai margini dell’economia mondiale:

– Come vuole fare soldi l’Europa in futuro, al di là di programmi statali? – dice esprimendosi con la consueta chiarezza. Interroghiamoci, è l’invito esplicito, sul perchè si perda terreno dove prima eravamo bravi.

– L’Europa – prosegue – è in una fase decisiva, se vuole fra 10-20 anni giocare un ruolo nell’economia globale.

Il tema della disoccupazione giovanile è però centrale anche in questo dibattito, al quale si sono alternati Wolfgang Schaeuble, Jean-Claude Juncker e in collegamento diretto anche il presidente della commissione Ue Jose Manuel Barroso. E anche a Berlino l’allarme è sentito. La Commissione Ue è ”corresponsabile del rallentamento dello sblocco dei fondi per la disoccupazione giovanile”, ha detto il ministro delle Finanze Schaeuble.

– Non si può chiedere ai giovani di aspettare 10 anni. Bisogna accelerare su questo fronte – ha aggiunto, mentre Merkel ha concesso che ”i fondi statali” per questa causa sono giusti. E’ l’occasione che il governo ha per ribadire che il rapporto con Francois Hollande è buono e il successo di Parigi è ”un obiettivo comune”.

Su David Cameron, Merkel è talmente indulgente che il moderatore le chiede se vi sia un asse Berlino-Londra.

– La Gran Bretagna- dice Frau Merkel – e’ un partner fondamentale, farò di tutto per dire agli amici britannici che ciò che è importante per loro lo è anche per noi.

Forse andrà pure alla finale di Champions League, a Londra, il 25. Che il governo tedesco sia particolarmente attento in questa fase, anche per non finire schiacciato da un ipotetico asse fra Enrico Letta e Francois Hollande, è evidente nelle parole del ministro degli Esteri Guido Westerwelle, che inverte l’ordine degli addendi della ricetta tedesca:

– Certo che servono crescita, solidarietà e consolidamento. Ma non va bene che gli Stati nazionali puntino il dito contro Bruxelles, quando le cose non funzionano, senza assumersi la responsabilità degli errori commessi.

Ce n’é anche per i suoi, nella partita elettorale interna che rischia di irrigidire il linguaggio a caccia di voti.

– La Germania proprio perchè forte deve trattare con sensibilità i suoi partner, e la campagna elettorale andrà affrontata senza offendere i nostri vicini.

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