Letta a Varsavia: “Lavoro ai giovani é un incubo”

VARSAVIA – Un ”dramma” per l’Italia, un ”incubo” per tutte le cancellerie europee. Che potrebbe diventare però il collante per convincere finalmente l’Europa a muoversi unita e i 27 a ”fare insieme le cose giuste”. Il premier Enrico Letta parla del dramma dell’occupazione giovanile da Varsavia, dove ha raccolto il pieno appoggio del premier Donald Tusk per arrivare al vertice di giugno con in mano misure concrete per la crescita. Perchè, come spiega da Parigi il presidente francese Francois Hollande senza troppi giri di parole, ”la recessione è dovuta alle politiche di austerità”, che stanno soffocando l’Europa. Ma del resto che gli equilibri a Bruxelles stiano cambiando, che la politica della pura austerity non basti più e che quella del ‘muro contro muro’ tra assi contrapposti non paghi, lo dimostrano le parole della Cancelliera Angela Merkel, che da Berlino, per la prima volta, sembra riconoscere che qualcosa non ha funzionato.

– La disoccupazione giovanile mi preoccupa immensamente – dice – e ognuno deve fare qualcosa per cambiare la situazione.

Certo Frau Angela non si sbilancia sul ”come” affrontare il problema, ma fa un riferimento a quei 6 miliardi di euro per il lavoro giovanile che dovrebbero essere sbloccati a partire dal 2014 ma che più di una cancelleria – Italia compresa – punta a liberare in anticipo. E incassa, dopo il monito del presidente francese contro la creazione di nuovi assi anti-Merkel, anche il pieno appoggio di Letta.

– Ho fortemente condiviso le parole di Hollande – ha detto il presidente del Consiglio – non c’è nessuna volontà da parte dell’Italia di creare assi contro la Germania. C’è la volontà insieme di fare le scelte giuste.

Senza contrapposizioni forti ma, semmai, facendo tutti un seppur piccolo passo avanti.

– Il nostro ruolo – ha detto Hollande – è trovare il compromesso.

Ed è proprio lui, che ieri ha confermato la totale convergenza con l’Italia, il primo a dare un segnale, assicurando che ”la Francia è disposta a dare un contenuto all’unione politica” della Ue dopo la proposta avanzata lo scorso anno dalla Germania. Senza fare però sconti su quanto sia deleteria una politica fatta di solo rigore. Per quanto riguarda l’Italia, Letta intende andare a Bruxelles – il suo esordio da premier sarà al vertice straordinario del 22 maggio – con l’assicurazione che nessuno intende tornare indietro.

– L’Italia – l’ha ripetuto anche ieri – mantiene la disciplina di bilancio, non vuole fare debiti e vuole che l’Europa rispetti i vincoli di disciplina. Ma vuole anche interventi concreti per frenare il dramma disoccupazione.

Insomma dipingere la Merkel come il nemico numero uno non conviene a nessuno, anche perchè non fa che alimentare un altro pericoloso nemico: il populismo euroscettico. L’unica Europa che può sconfiggerlo, ha assicurato Letta, è un’Europa ”molto concreta, in grado di fare scelte che i cittadini riconoscano utili per le loro vite e non scelte astratte che poi non vengono mai applicate.

L’obiettivo, al quale Letta sta lavorando, è far sì che questo ”possa avvenire al vertice giugno”. Perche’ senza ”scelte concrete”, il test delle prossime elezioni europee potrebbe non far sconti.

– Lì – ha spiegato Letta – si vedrà il tasso di europeismo e il giudizio che danno i cittadini.

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