ROMA – Disoccupazione record, con un tasso del 12,8%, la piú alta da 36 anni, dall’inizio delle serie storiche. E che per i giovani vola sopra il 40% sfiorando il 42% nel trimestre per arrivare al picco del 52,8% per le giovani donne del Mezzogiorno. Il quadro drammatico é l’ultimo tracciato dall’Istat mentre il capo dello Stato Giorgio Napolitano torna a lanciare un monito sul lavoro, sollecitando ”soluzioni tempestive”.
Il premier Enrico Letta, che ha sentito la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande per comunicare il sostegno dell’Italia all’iniziativa franco-tedesca per l’occupazione, annuncia un piano per il lavoro dei giovani, entro fine giugno. Parole che cadono nel giorno in cui arrivano ancora dati record, non solo nelle percentuali.
L’Istat calcola in 3 milioni 276 mila il numero dei disoccupati. Non si salvano nemmeno i precari: sono oltre 100mila in meno nei primi tre mesi dell’anno e si é interrotta la dinamica positiva dei contratti a termine. Dopo le parole dell’altro giorno, é ancora forte il messaggio di Giorgio Napolitano: della ”questione sociale che si esprime soprattutto nella dilagante disoccupazione giovanile – avverte il Presidente della Repubblica – bisogna farsi carico ponendola al centro dell’azione pubblica, che deve connotarsi per un impegno sempre piú assiduo nella ricerca di soluzioni tempestive ed efficaci alle pressanti istanze dei cittadini”.
Nel rispetto dei vincoli di bilancio, indica il Presidente del Consiglio Enrico Letta, il Governo si muoverá anche sul fronte delle misure contro la disoccupazione dei giovani. Prima del vertice Ue di fine giugno, in modo che ”sia approvato dal Parlamento prima dell’estate” e possa essere operativo nel secondo semestre dell’anno, il Governo – ha annunciato Letta, dopo averne parlato con il presidente del Consiglio Ue, Hermann von Rompuy – varerá un piano nazionale per l’occupazione giovanile che ”sará composto da molti interventi che toccano i problemi”, tra i quali ”l’istruzione e il Sud”.
Dall’assemblea annuale della Banca d’Italia, il Governatore Ignazio Visco ha fatto riferimento ai dati sulla disoccupazione di marzo per sottolineare che il tasso è ”pressochè raddoppiato rispetto al 2007” e che da allora, inizio della crisi, ”la riduzione del numero di persone occupate è superiore al mezzo milione”; ed ha avvertito:
– Molte occupazione stanno scomparendo: negli anni a venire i giovani non potranno semplicemente contare di rimpiazzare i più anziani nel loro posto di lavoro.
Anche nell’Eurozona, secondo i dati Eurostat, La disoccupazione ha toccato ad aprile livelli record, i più alti dal 1995: il 12,2% contro l’11,2 dell’aprile 2012; mentre la disoccupazione giovanile arriva a quota 24,4%; peggio dell’Italia solo Grecia, Spagna e Portogallo.
– Dati più che preoccupanti, direi tragici. Purtroppo confermano una sensazione che avevamo da tempo – commenta il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi che avverte:
– Ognuno di noi deve fare il proprio dovere per la crescita.
. Sono dati ovviamente allarmanti e che – dice la leader della Cgil, Susanna Camusso – rappresentano l’effetto di aver continuato con politiche di rigore e recessive: ora occorre investire su lavoro e creazione di lavoro.
Chiede una ”terapia shock” il leader della Cisl, Raffaele Bonanni:
– Ci troviamo – sottolinea – nella crisi occupazionale più grave dell’ ultimo trentennio, e non è più il momento delle analisi. Va fatto ogni sforzo per rimettere in moto l’economia e creare nuovi posti di lavoro.
La strada indicata dal sindacato è quella di ”dimezzare le tasse sul lavoro”. Primo incontro, intanto, tra i leader dei sindacati ed il ministro dello Sviluppo, Flavio Zanonato: un primo giro di tavolo sulla situazione industriale e occupazionale del Paese.
– Ci siamo ripromessi di fare una agenda precisa dei guai italiani e di affrontarla – ha indicato Bonanni
36 anni di disoccupazione
Ecco i numeri che nella tabella ripercorrono 36 anni di storia attraverso i tassi della disoccupazione generale e di quella giovanile. Tanti, infatti, sono gli anni che formano le serie dell’Istat. Naturalmente il mercato del lavoro del 1977 è molto differente da quello del 2013, basti pensare solo al forte aumento della partecipazione giovanile. Ma basta guadare agli ultimi anni per capire come tutto sia precipitato nell’ultimo periodo: i tassi sono raddoppiati nel giro di sei anni per arrivare ai record assoluti di oggi. Di seguito sono riportati i dati di media annua, tranne che l’ultimo relativo al primo trimestre del 2013.
ANNO DISOCCUPAZIONE GENERALE (%) GIOVANILE (%)
1977 6,4 21,7
1978 6,6 22,9
1979 6,9 23,4
1980 6,9 23,4
1981 7,5 25,4
1982 8,2 27,3
1983 9,1 29,4
1984 9,6 31,9
1985 9,6 32,2
1986 9,9 31,5
1987 10,3 32,4
1988 10,1 31,0
1989 9,9 29,6
1990 9,0 27,4
1991 8,6 26,9
1992 8,7 27,8
1993 9,7 27,1
1994 10,6 28,7
1995 11,2 29,9
1996 11,1 29,9
1997 11,2 29,6
1998 11,3 29,2
1999 10,9 28,0
2000 10,0 26,2
2001 9,0 23,1
2002 8,5 22,0
2003 8,4 23,6
2004 8,0 23,5
2005 7,7 24,0
2006 6,8 21,6
2007 6,1 20,3
2008 6,7 21,3
2009 7,8 25,4
2010 8,4 27,8
2011 8,4 29,1
2012 10,7 35,3
OGGI 12,8 41,9
La disoccupazione: dai giovani alle donne
Un tasso di disoccupazione giovanile al 41,9% che ha toccato il 51,9% nel Mezzogiorno ed é salito al 52,8% per le giovani donne del Sud. E’ uno dei dati che é possibile ricavare dalle tabelle diffuse dall’istat sulla disoccupazione nel primo trimestre del 2013 Ecco in un tabella il tasso di disoccupazione generale e giovanile diviso per sesso e ripartizione geografica
TASSO GENERALE TASSO GIOVANILE (14-24 ANNI)
maschi femmine totale maschi femmine totale
Nord 8,2 10,4 9,2 33,5 34,0 33,7
Centro 9,7 13,3 11,3 39,1 47,6 42,8
Mezzogiorno 19,2 21,5 20,1 51,2 52,8 51,2
Totale 12,8 13,9 11,9 41,1 42,9 41,9