Argentina: Cristoforo Colombo, la statua della discordia

BUENOS AIRES. – La statua di Cristoforo Colombo che si trova al centro dell’omonima piazza, proprio dietro alla Casa Rosada a Buenos Aires, è diventata un casus belli tra l’amministrazione centrale di Cristina Kirchner e l’amministrazione comunale della capitale argentina, controllata da Mauricio Macri (centrodestra).

Due gru sono arrivate ieri sulla piazza, per smontare la statua -3 8 tonnellate di marmo di Carrara, 6 metri di altezza – e trasportarla a Mar del Plata, prima di procedere alla sua sostituzione con un monumento della patriota boliviana Juana Azurduy de Padilla, donato dal governo di Evo Morales.

L’operazione è stata però fermata, non senza qualche spintone, da agenti della polizia municipale, secondo i quali la statua di Colombo appartiene al comune di Buenos Aires, e può essere spostato solo in applicazione di una norma varata dal Parlamento della capitale, che dispone di uno statuto di Città Autonoma, compatibile con quello delle altre entità federali argentine. Proprio ieri, questa assemblea legislativa ha approvato un testo nel quale si dichiara che il monumento al navigatore genovese fa parte del ”patrimonio storico e artistico della Città Autonoma di Buenos Aires”, e dunque può essere rimosso solo su ordine della sua amministrazione. Secondo l’associazione Basta de Demoler, che si oppone allo spostamento della statua, su sua richiesta un magistrato ha emesso proprio ieri un’ordinanza per fermare l’intera operazione.