Editoria, allarme Fieg: in 5 anni perse un milione di copi

ROMA  – Quasi un milione di copie perse in cinque anni, il 2012 peggior anno per la pubblicità degli ultimi venti, per la prima volta in discesa anche i lettori. Più che il declino, quello che emerge dallo studio ‘La Stampa in Italia 2010-2012’ sembra il collasso dell’editoria.

– Una crisi violenta – la definisce il presidente Fieg Giulio Anselmi, che chiede misure urgenti a una politica per troppo tempo latitante e a editori e giornalisti di ”muoversi insieme” per una ”ristrutturazione radicale”. L’andamento del settore è persino peggiore della media degli altri comparti economici: alla crisi congiunturale si sommano, infatti, criticità strutturali e gli effetti negativi dell’innovazione tecnologica.

Anselmi, davanti ai sottosegretari all’Editoria Giovanni Legnini e allo Sviluppo Economico Antonio Catricalà, chiede misure immediate al governo, con ”una ridefinizione complessiva delle forme di sostegno all’editoria, spostando risorse dai soggetti ai progetti, dai contributi agli incentivi”.

– Una strada – secondo il presidente Fieg – è riprendere il progetto di riforma del settore di Ricardo Levi, approvato in commissione Cultura alla Camera nella scorsa legislatura.

– Un progetto innovativo – ricorda lo stesso Levi -, basato su tre pilastri: sostegno del pluralismo dell’informazione, misure per l’apertura del mercato e interventi per l’innovazione.

Legnini non esclude di riprendere ”in tempi brevi” il progetto di legge, promettendo ”un intervento pubblico ben delimitato, con strumenti normativi e finanziari che accompagnino il turn over e l’innovazione”.

Il sottosegretario aggiunge che l’intento è trovare risorse nel comparto editoriale, convincendo dopo un negoziato i giganti di Internet come Google a dare il loro contributo. Il web – evidenzia lo studio – da un lato contribuisce al tracollo del settore, con la diffusione di informazione gratuita, dall’altro è fonte di speranza. Internet è l’unico mezzo su cui cresce la pubblicità nel 2012 e la vendita di copie digitali è incoraggiante.

In termini assoluti, però, i ricavi sono molto lontani da quelli dei sofferenti comparti tradizionali. A pesare è il calo delle vendite (nel 2012 per i quotidiani è stato del 6,6% e si è passati da 4.272.000 a 3.990.000 copie, con un calo in cinque anni di oltre 1.150.000 copie) e della pubblicità (il 2012 è stato il peggiore anno degli ultimi 20 e per la prima volta dal 2003 si è scesi sotto gli 8 miliardi di euro).

Per uscire dall’emergenza la Fieg chiede misure come il credito di imposta a favore delle imprese che investono in pubblicità sulla stampa o per gli investimenti finalizzati all’innovazione, risorse per favorire il ricambio generazionale e – come precisa Anselmi – tornare ad assumere giovani, interventi per la modernizzazione della distribuzione e la promozione della lettura.

Il tavolo tra governo e parti sociali si è aperto a inizio settimana. Legnini intende prima individuare gli obiettivi e poi reperire le risorse, mettendo in campo interventi finanziari e normativi, anche in difesa del diritto d’autore. Il segretario Fnsi Franco Siddi si dice pronto a ”sforzi comuni” con le imprese.

Ai giornalisti, ma anche alle aziende, si rivolge Anselmi per chiedere ”una ristrutturazione radicale” basata sull’integrazione carta-web, invitando gli editori a non chiudersi e i giornalisti ad evitare ”lentezze corporative”. Senza complessi, perchè – sottolinea – è ”erronea la convinzione che l’informazione, nel suo complesso, sia assistita” e ”le urla di Grillo e le trame più sotterranee di altri non modificano questa realtà”.

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