“Il custode del Settimo Sigillo”, il nuovo thriller teologico di Adriano Cioci

ROMA – Dopo I Custodi della verità. Intrigo in Terrasanta (2010), ambientato nel cuore della Palestina, la scena si allarga, interessando buona parte del Mediterraneo. Questo è lo sfondo dove si consuma un’altra vicenda inquietante e ricca di colpi di scena. Con Il custode del Settimo Sigillo (Il Segno dei Gabrielli, Verona, 240 pagg.), Adriano Cioci torna nel mondo del thriller-teologico, dando vita ad una sconvolgente “scoperta”.

Matteo, giovane archeologo italiano, viene incaricato, insieme al suo collega tunisino Karim, di “indagare” su una delle più suggestive leggende della tradizione cristiana e islamica, quella dei Sette Dormienti: sette personaggi partiti da Efeso nel III secolo e sbarcati, forse, in Africa Settentrionale, per sfuggire alle persecuzioni di Decio, imperatore romano. Qui trovarono rifugio in una grotta e si addormentarono per 300 anni.

A Chenini, nel sud della Tunisia, all’ombra di un’antica moschea, vi è un cimitero dove sono custodite delle tombe lunghe oltre cinque metri: sono quelle dei Sette Dormienti?

Matteo decide di iniziare proprio da lì, ma la sua indagine viene ostacolata da una serie di eventi inquietanti. Anche Yassine, il saggio del luogo, avverte: …lasciate i Sette Dormienti al sonno dei secoli. Soltanto loro decideranno quando interrompere il lungo riposo… Il lavoro dei due archeologi, successivamente aiutati dalla bella Aicha, conduce ad una scoperta inconsueta.

La decifrazione di una tavoletta d’argilla, risalente ai primi anni della cristianità, sposta la ricerca in Turchia, Israele e Siria, sulle tracce di un misterioso personaggio di nome Giacomo, autore di un  enigmatico “annuncio”, tale da sconvolgere le sorti dell’umanità.

Nello stesso tempo, nell’animo di Matteo, si fa sempre più forte il desiderio di scoprire il suo passato. Intanto, con l’ausilio di padre Aurelio, francescano biblista, e di un archivio segreto, si apriranno nuovi scenari sullo sfondo del deserto del Wadi Rum, in Giordania e di Chartres, in Francia. Qui, al centro del labirinto della Cattedrale, l’intera vicenda, sempre densa di pericolosi colpi di scena,  potrebbe giungere al suo epilogo.

Chi sono in realtà i Sette Dormienti e perché escono dalla leggenda? Quale mistero nasconde il terribile “annuncio”? E, soprattutto, chi è il Custode del Settimo Sigillo?

– La tensione che muove il romanzo – scrive il giornalista Franco Di Mare in prefazione –  sale sempre, e con essa – nonostante l’imbarazzo dei personaggi davanti a sconcertanti rivelazioni sulla cristianità – sale anche quell’approccio positivo e disinibito verso i pilastri della religione. Così il lettore potrà trovare qualche spunto in più, non soltanto sugli itinerari della storia e della fede ma anche, e soprattutto, per interrogarsi sul proprio destino -.

Chiediamo allo scrittore da cosa ha preso spunto per questo nuovo romanzo: – Durante un viaggio in Africa Settentrionale – dice Cioci – arrivai in  una sperduta località del sud tunisino: nel villaggio di Chenini. Mi sono imbattuto, quasi per caso, in un’area cimiteriale con delle tombe lunghe oltre cinque metri, all’ombra di una piccola e bianca moschea. La targa all’ingresso recitava: “Moschea dei Sette Dormienti”. La cosa mi ha subito incuriosito, anche perché il luogo è  avvolto da molti misteri. La mia guida mi parlò vagamente di corpi che avrebbero riposato nelle tombe per più di 300 anni. Al mio ritorno ho iniziato ad approfondire l’argomento ed ho scoperto che quella dei Sette Dormienti è una leggenda stranamente in comune sia per la religione cristiana che per l’islam. Sui molti  lati oscuri di questa storia, ho costruito una trama ed è nato questo nuovo thriller -.

Quindi, non ci troviamo di fronte ad una storia totalmente inventata, ma c’è anche una realtà documentata.

– Mi piacerebbe pensarla così. Andando avanti negli studi ho percepito alcuni aspetti che con la leggenda avevano poco a che fare. Incrociando alcuni dati, documenti, letture dei Vangeli canonici ed apocrifi,  ispirandomi persino ad un ipotetico archivio segreto, ho tirato le somme e, nonostante l’intera storia non avesse contorni percettibili, mi sono reso conto che ci si stava allontanando dalla leggenda per approdare nella storia. A quel punto mi sono reso conto che, proseguire oltre, avrebbe  significato entrare in un vicolo oscuro e dai contorni inquietanti. Così ho deciso di dare un taglio netto alla cosa… ed ho preferito la strada della fantasia -.

 

Adriano Cioci, giornalista e scrittore, è autore di opere di narrativa, biografie, monografie, reportages, saggi, guide storico-artistiche e testimonianze. La sua passione per le ferrovie ha trovato concretezza in undici volumi sulle linee del Centro Italia.

E’ fondatore e direttore del Premio Letterario Fenice-Europa, giunto alla XVI edizione, e vice-direttore della rivista SITI, organo dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale Unesco.

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