Letta: “Il risultato rafforza le larghe intese”

ROMA  – ”Il risultato, considerando il primo e il secondo turno, rafforza le larghe intese”. Non è un caso che Enrico Letta sottolinei come l’esito delle amministrative vada valutato nel suo complesso: se si prendessero solo i ballottaggi, infatti, emergerebbe con chiarezza la schiacciante vittoria dei candidati del Pd su quelli del Pdl, con conseguenze poco rassicuranti per l’Esecutivo. Ma è una lettura poco o per nulla condivisa nel centrodestra dove – anche a causa dell’esultanza del Pd – traspare una certa irritazione accompagnata dalla preoccupazione delle ‘colombe’ che temono il rafforzamento di quanti, nel partito, mal digeriscono la linea morbida imposta del Alfano nella complessa ‘coabitazione’ con i democratici.

E anche Beppe Grillo non sembra contento:

– Il cammino del M5S all’interno delle istituzioni è lento, ma inesorabile – afferma il leader brindando al voto di Assemini e Pomezia, le uniche città strappate dai ‘grillini’. E’ in questo quadro che il presidente del Consiglio rimarca come l’analisi del voto non possa prescindere dal primo turno:

– Guardandolo al voto partendo dalle elezioni politiche, mi sembra che le amministrative rafforzino lo schema del governo di larghe intese – ripete Letta. Un modo elegante per dire che l’unico vero sconfitto è Beppe Grillo, non certo il Pdl che viene confermato come elemento essenziale del bipolarismo. Il capo del governo ribadisce anche di non ”temere” un’eventuale condanna del Cavaliere, in quanto la ”stabilità” è strettamente legata alla ”realizzazione delle riforme economiche, sociali e istituzionali”, non ai processi di Berlusconi.

Nel Pdl, però, l’aria è cupa. Molto. L’ex premier, pur se decisamente irritato per la sonora sconfitta, non intende mettere in pericolo il governo. Certamente non per un voto amministrativo in cui il suo partito, da sempre, non ha mai brillato. Per certi versi è persino soddisfatto, se non altro perchè vede rafforzata la sua leadership visto che, come rimarca Sandro Bondi, senza il suo ”carisma” il Pdl non va da nessuna parte.

Ma l’ex premier sa anche che il risultato può avere riflessi pesanti dentro via dell’Umiltà, con possibili ripercussioni sull’Esecutivo. Basta leggere le parole di Angelino Alfano per rendersene conto. In un’intervista a Il Foglio, il segretario del Pdl per la prima volta rifila qualche stoccata a Letta:

– Non stiamo insieme perché abbiamo cercato questo risultato ma a causa del responso delle urne – premette il ministro dell’Interno, replicando allo stesso premier che a Firenze aveva parlato di un governo di ”necessità”. Ed è proprio questo essere considerati ‘figli di un dio minore’ che fa innervosire il centrodestra. Se ”il tema del governo di necessità si ripete come una giaculatoria politica” il risultato è ”un governo senza una sua missione autonoma”, attacca Alfano, che aggiunge:

– E’ singolare che il presidente si sia in qualche misura discolpato.

Parole dette magari per tenere a bada i ‘falchi’, ma comunque non tenere. Anche se lo stesso segretario assicura che ”il governo di larga coalizione vive obiettivamente oltre il perimetro delle battaglie amministrative parziali”. Ma in questo non è aiutato dall’entusiasmo con cui il Pd accoglie i risultati.

– E’ una giornata davvero importante, c’è ritrovato orgoglio tra gli elettori, quasi fosse una rivincita per il voto alle politiche – afferma il segretario Guglielmo Epifani. Che aggiunge:

– E’ complicato prevedere gli effetti del voto sul governo, ma certo dà una spinta in più alle posizioni e al ruolo del Pd.

Esattamente quello che temono nel centrodestra.

– Invito la sinistra a reagire con sobrietà perchè l’astensionismo non consente di cantare vittoria – replica non a caso il presidente dei senatori pidiellini, Maurizio Gasparri. Ed è proprio la preoccupazione per l’alto numero di elettori rimasti a casa l’unico elemento che in qualche modo accomuna tutti:

– Un segnale d’allarme su cui riflettere – afferma infatti Letta.

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