Turchia: la polizia occupa Taksim. Erdogan, pugno duro

ANKARA  – Pugno duro del premier turco Recep Tayyip Erdogan contro i manifestanti che da due settimane lo contestano: la polizia ha ripreso ieri mattina il controllo di Piazza Taksim a Istanbul, occupata da 10 giorni dagli indignados turchi, dopo duri scontri con gruppi di manifestanti. Nella notte ci sono stati di nuovo incidenti ad Ankara, nel quartiere alawita di Gazi a Istanbul e in altre citta’.

Erdogan in un discorso davanti al gruppo parlamentare del suo partito islamico Akp ha ribadito che gli alberi di Gezi Park, contro la cui distruzione erano iniziate le proteste due settimane fa, saranno tagliati. Il premier ha di nuovo accusato le lobby finanziarie e la stampa estera di attaccare il paese.

Centinaia di agenti in tenuta anti-sommossa hanno investito all’alba Taksim, con blindati, cannoni ad acqua e lacrimogeni. Le centinaia di manifestanti che presidiavano la piazza si sono ritirati verso Gezi Park. Alcuni gruppi hanno lanciato sassi e qualche bottiglia incendiaria verso la polizia. Ci sono stati feriti e arresti.

Secondo diversi manifestanti fra di loro ci sarebbe stati agenti provocatori. Poco dopo i bulldozer hanno iniziato a smantellare le barricate erette negli ultimi giorni. Una folla di oppositori si é riunita ogni giorno su Piazza Taksim e Gezi Park – trasformato in cittadella libertaria – da quando la polizia si era ritirata il primo giugno.

Centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza in tutta la Turchia per chiedere le dimissioni di Erdogan. Il premier ha confermato  che quattro persone, tre manifestanti e un poliziotto, sono morte dall’inizio della protesta. Secondo l’associazione medici 5mila manifestanti sono stati feriti. Da tutto il mondo sono arrivate condanne per la feroce repressione della polizia turca. C’è attesa ora per la risposta che verrà dal movimento di protesta.

L’altro giorno, Erdogan, in un apparente gesto distensivo, aveva annunciato che avrebbe incontrato i rappresentanti del movimento di protesta contro la distruzione di Gezi Park. La crisi ha messo in difficoltà l’economia turca. C’è stato un movimento di ritiro di capitali investiti dall’estero. la borsa di Istanbul ha perso più del 10% la settimana scorsa, bruciando un miliardo di dollari. La banca centrale ha dovuto intervenire per sostenire la lira, caduta ai livelli più bassi rispetto al dollaro dall’ottobre 2011.

 La denuncia di Amnesty
Le manifestazioni in Turchia potrebbero aumentare se le autorità non si impegnano in discussioni significative con gli attivisti, anche perchè l’ulteriore azione della polizia contro i manifestanti ha contraddetto le dichiarazioni del governatore di Istanbul di ieri mattina, secondo il quale non ci sarebbe stato un nuovo intervento in piazza Taksim.

Amnesty International torna sulla repressione violenta della protesta e conferma che 72 avvocati sono stati arrestati in tarda mattinata mentre erano riuniti nel tribunale di Ðlayan per elaborare una dichiarazione sulla situazione nel Parco Gezi. I legali, inizialmente trattenuti nel tribunale sono stati poi trasferiti nella stazione di polizia di via Vatan, ha detto Andrew Gardner, ricercatore di Amnesty che sta monitorando la situazione a Istanbul. Ieri mattina, ha stigmatizzato Amnesty, ”il governatore Hseyin Avni Mutlu ha detto che l’intervento in piazza Taksim veniva eseguito per rimuovere striscioni dalla statua di Atatrk e dal Centro di cultura Atatrk nella piazza e che la polizia non sarebbe intervenuta nel Parco Gezi”. Invece gli agenti antisommossa ”ancora una volta hanno usato gas lacrimogeni e cannoni ad acqua contro manifestanti pacifici in piazza Taksim e nel Parco Gezi”.

”Le proteste in piazza Taksim e nel Parco Gezi – ha affermato Amnesty – sono state totalmente pacifiche e hanno il diritto di continuare.

 

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