Gambaro: “Non mollo. Attendo le scuse di Grillo”

ROMA  – E’ muro contro muro tra Beppe Grillo e la senatrice ‘dissidente’ Adele Gambaro. Il leader del Movimento, non pago del putiferio scatenato con la sua richiesta di dimissioni della parlamentare, torna infatti a chiedere la sua ‘testa’. Ma lei insiste, ha deciso che non intende mollare.

– Non ho intenzione di passare al Misto – afferma -. Rimango nel M5S finchè non dovessero decidere di espellermi.

Di più, se Grillo ”minaccia lo denuncio” avverte. Tra i dissidi interni al gruppo parlamentare e i commenti al risultato elettorale, si infila anche una ‘denuncia’ del comunicatore del gruppo, Claudio Messora, che dal suo blog pubblica un’intervista ad un collaboratore di giustizia Luigi Bonaventura.

”Secondo le sue rivelazioni rilasciate in esclusiva per Byoblu, Preiti avrebbe sparato davanti a Palazzo Chigi chiaramente per ordine della ‘ndrangheta, per danneggiare il Movimento 5 Stelle”.

Uno scoop, utile però a tratteggiare l’immagine di un M5S avversato da tutti, dai poteri forti, dai media e anche dalla criminalità organizzata. Il problema dei dissidenti, però, si avvita sempre di più: dopo il caso Mastrangeli il M5S cerca di evitare la parola ‘espulsione’ e aggira il problema incitando i dissidenti a ‘lasciare da soli’. E’ quello che sta cercando di fare Grillo con la Gambari dopo aver valutato le reazioni alle uscite di Labriola e Furnari che, peraltro, hanno ricevuto la solidarietà del MeetUp di Taranto da cui provengono.

– Il problema – ammette il ‘guru’ M5S Paolo Becchi – è questo stillicidio, Mastrangeli, poi i due pugliesi, adesso lei, bisogna chiarire e dire: chi non sta dentro il progetto dovrebbe uscire.

Il problema è che sono sempre di più le voci critiche: ieri un’altra senatrice conversando con i cronisti si è lasciata andare: ”pover’uomo lasciatelo stare”. E si riferiva a Grillo. Ma il muro contro muro che si è creato rischia di dividere non tanto i parlamentari ‘dissidenti’ da quelli ‘fedeli alla linea’, quanto i gruppi di Camera e Senato. Se a Montecitorio i deputati più critici ‘scalpitano’ e attendono l’occasione giusta per manifestare il loro disagio, a Palazzo Madama il gruppo sembra proprio ricompattarsi dopo il caso Gambari. Lei stessa lo rivela:

– Non me ne voglio andare perchè i rapporti al gruppo al Senato sono buoni.

A palazzo Madama si improvvisa una riunione dei senatori del gruppo: qualche sms e sono tutti intorno ad un tavolo per parlare del caso del giorno e alla riunione partecipa anche lei, ‘l’imputata’.

– Non sono previsti dimagrimenti del gruppo parlamentare del Senato – commenta subito dopo Francesco Campanella. Anzi. Il problema è come ‘proteggere’ la loro senatrice dalle incursioni dei deputati. Il fatto, già esaminato in recenti riunioni dove era stato pensato di ‘ponderare’ i voti dei senatori che sono la metà dei deputati, è che il regolamento che prevede che l’espulsione sia proposta dai gruppi congiunti di Camera e Senato. E’ un problema che si pongono anche i senatori ‘cinque stelle’ che non condividono le critiche a Beppe Grillo ma temono un’ intrusione dei colleghi deputati nelle loro questioni interne.

– In efetti c’è una divisione ‘generazionale’ – commenta il senatore Sergio Puglia.

Il clima è teso e in questo clima è atteso anche l’arrivo di Grillo che ha promesso di fare presto un salto a Roma. Difficile prevedere se ciò contribuirà al disgelo o il contrario. Intanto, è stato dato il via all’intergruppo sulla ‘ripubblicizzazione’ dell’acqua tra Sel, M5S e Pd.

– Ma il piatto forte della collaborazione tra i tre gruppi sarà rappresentato dagli F35 – prevede Pippo Civati che da tempi non sospetti guarda ai contatti con i Cinque Stelle. Un lavoro a cui da tempo guarda anche Sonia Alfano che sta facendo da pontiere con M5s. L’obiettivo, secondo gli informati, sarebbe quello di dare vita ad un nuovo gruppo che guardi decisamente a sinistra e a De Magistris