Letta ai ministri di Eurolandia: “Non c’è tempo, bisogna agire subito”

ROMA  – La disoccupazione, soprattutto tra i giovani, è l’emergenza.

– Non abbiamo più tempo, bisogna agire subito – ha detto il premier Enrico Letta aprendo a Roma i lavori del vertice con i ministri del Lavoro e delle Finanze di Francia, Germania, Spagna e Italia. E la creazione di lavoro passa anche per un allentamento della stretta creditizia, soprattutto nei confronti delle piccole e medie imprese, e in questo possono avere un ruolo importante, ha fatto presente il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, sia le istituzioni come la Cassa Depositi e Prestiti che la Banca Europea per gli Investimenti. Una partita dove però anche i privati dovranno fare la loro parte.

– Un mpegno così forte non può essere fatto solo dal settore pubblico – ha sottolineato il ministro del Lavoro Enrico Giovannini.

– L’incontro a Palazzo Chigi – ha spiegato Saccomanni – è servito anche per preparare insieme i prossimi vertici europei e internazionali, dove il tema dell’occupazione sarà la priorità, a partire dal G8 che si terrà lunedì e martedì della prossima settimana nell’Irlanda del Nord, per il quale il premier Enrico Letta ha voluto che nel comunicato finale ci sia ”un riferimento esplicito” alla lotta alla disoccupazione giovanile.

”Mi auguro che il G8 comunichi al mondo un messaggio forte su crescita e occupazione”, ha sottolineato dal canto suo anche il presidente francese Francois Hollande. E sempre in vista del G8 il presidente americano, Barack Obama, ha contattato in una videoconferenza i leader di Francia, Regno Unito, Germania e Italia.

Tornando al vertice di Roma, i ministri hanno voluto ”dare un segnale di forte attenzione per il ritorno alla crescita delle economie e per una efficace e seria lotta alla disoccupazione giovanile, problema che c’è in tutta Europa”, ha sintetizzato Saccomanni. Ma la co-presenza dei quattro ministri del Lavoro (Giovannini, Michel Sapin, Ursula Von der Leyen e Maria F tima Bañez Garc¡a) insieme ai quattro delle Finanze (Saccomanni, Pierre Moscovici, Wolfgang Schaeuble, Luis de Guindos Jurado) dà il segnale che nessuna operazione potrà essere messa in campo uscendo fuori dai sentieri del risanamento.

Se Saccomanni riferisce che è stato ”confermato l’impegno a restare nell’ambito delle strategie di consolidamento fiscale, precondizione importante per una crescita sostenibile”, il ministro tedesco Schaeuble non lascia nessun margine a un’eventuale scorporazione degli investimenti per l’occupazione dai bilanci.

– Vogliamo mantenere le regole della stabilità e della crescita – afferma -: questo pacchetto di crescita è sufficientemente flessibile.

A Roma si è parlato, guardando all’emergenza lavoro, di formazione, di mobilità, di migliorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Ma la discussione alla fine è stata focalizzata sulle imprese, soprattutto le pmi, che nella stretta creditizia fanno fatica ad offrire occupazione e a mantenere quella che c’è. Allora servono nuovi strumenti di finanziamento.

– C’è stato consenso nel trovare nuovi canali di finanziamento alle Pmi che vadano verso strumenti a medio termine – ha detto Saccomanni -. Un’idea interessante è la possibilità per le Pmi di mini-bond o obbligazioni a caratteristiche semplificate garantite da intermediari o dallo stato o iniziative internazionali usando risorse della Bei

Saccomanni fa presente anche che l’aumento di capitale della Bei di 10 miliardi potrà mobilitare fino a 60 miliardi di risorse destinate alle aziende europee. E un ruolo, sempre nell’ottica di facilitare i finanziamenti a lungo termine per le aziende, potrà essere giocato anche dalle diverse istituzioni come la Cassa Depositi e Prestiti.

Lavoro, meno occupati in Eurolandia
Sempre peggio la situazione del lavoro in Europa: nei primi mesi del 2013 accelera l’erosione dell’occupazione, e sono sempre meno quelli che hanno un impiego soprattutto in Grecia, Portogallo, Spagna, Cipro e Italia. Ma intanto le retribuzioni lorde, fa sapere l’Istat, in Italia aumentano.

Nel primo trimestre del 2013 l’occupazione scende di -0,5% rispetto al trimestre precedente, e per l’Italia il calo è di -1,2%, superato solo da Grecia (-2,3%), Portogallo (-2,2%), Spagna e Cipro (-1,3%). Il deterioramento dell’occupazione ha insomma subito un’accelerazione rispetto al 2012: nell’ultimo trimestre dell’anno scorso il calo era stato -0,3% per la zona euro e -0,5% per l’Italia. E nei trimestri precedenti il segno meno oscillava tra -0,1 e -0,3 nella zona euro e mai sopra -0,5 per l’Italia.

I settori più in sofferenza sono edilizia (-1,6%), agricoltura (-1%), industria (-0,6%). In numeri, nel primo trimestre 2013 gli occupati sono stati 145,1 milioni nell’area euro. In territorio positivo invece l’occupazione di Germania (0,2%), Austria e Malta (0,3%), Estonia (2,3%) e Lussemburgo (0,1%). A fronte di una forza lavoro in calo l’Istat fa però sapere che nel primo trimestre del 2013 le retribuzioni lorde (cioè comprese le due voci più pesanti, tasse e trattenute previdenziali che sono a carico del lavoratore), al netto degli effetti stagionali e della Cig, registrano nel complesso dell’industria e dei servizi un incremento dello 0,4% rispetto al trimestre precedente. Ma è aumentato anche il costo del lavoro (+0,6%) e gli oneri sociali per unità (+1,4).

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