All’Europeo è di nuovo Italia-Spagna

GERUSALEMME – Nessuno sembra volerlo dire, ma la finale degli Europei Under21 di oggi al ‘Teddy Stadium’ di Gerusalemme sembra la rivincita tra Italia e Spagna all’Europeo 2012, dopo la vittoria a Kiev delle Furie Rosse sugli Azzurri di Prandelli.

Anche stavolta, i pronostici sono quasi tutti a favore della squadra di Julen Lopetegui, dato che la Spagna campione uscente, ricca di giocatori di gran livello ed esperienza nonostante l’età, è arrivata in finale a suon di vittorie e senza aver subito nemmeno un gol, ma Devis Mangia ribadisce che la sfida è aperta: “Scendiamo in campo undici contro undici”. “Per molti di noi è la partita più importante mai giocata, é la prosecuzione di un sogno – ha detto il selezionatore nella conferenza stampa della vigilia -. Dopo la vittoria con l’Olanda non ho visto in nessun ragazzo uno sguardo appagato, sono convinto che alla fine ci guarderemo negli occhi sapendo di aver dato tutto in campo”.

Gli Azzurrini non pensano proprio a Kiev 2012, sono tutti concentrati sul loro momento da protagonisti, come ha sottolineato il difensore Giulio Donati, tra i migliori nella semifinale contro l’Olanda: “Non la viviamo come una rivincita. Sappiamo – ha detto – di aver di fronte un avversario molto forte, quello che a noi interessa è cercare di dimostrare di essere ancora più forti”.

Nel clan azzurro, pur consapevoli della qualità delle Furie Rosse, si respira un’aria di serena fiducia: “Daremo il 110% e sono sicuro – ha detto Francesco Bardi, portiere con un solo gol al passivo – che faremo una grande prestazione. Concluderemo questo Europeo da protagonista”.

Stesso concetto da parte di Lorenzo Insigne, autore del passaggio smarcante che ha permesso a Fabio Borini di bucare la porta olandese: “la forza di questa squadra non è il singolo ma sono tutti e 23 i giocatori. Siamo sempre uniti, chiunque scende in campo aiuta a mantenere sempre grande serenità e concentrazione”.
Il tecnico spagnolo Lopetegui non cade nella trappola del ‘favorito’: “Una finale obbliga a superare i propri limiti in ogni senso: sul
piano difensivo, offensivo, mentale e fisico. Un avversario di quel calibro – ha spiegato il tecnico allo stesso sito – ti costringe a raggiungere i tuoi limiti. Sarà una finale bella e combattuta”.

Certo è che oggi a Gerusalemme si attende il tutto esaurito per il match finale di una manifestazione che ha avuto una grande eco in Israele, padrone di casa, per la prima volta nella sua storia, di un Campionato europeo di calcio. Un evento, al suo annuncio, contestato dagli attivisti pro Palestina che avevano il boicottaggio della manifestazione.

Stando all’Uefa, sono stati 124.078 i fan che hanno visto le partite dei gironi con una media di 10.400 spettatori ad incontro. Se si aggiungono le due semifinali e la finale, il numero complessivo potrebbe raggiungere le 175.000 persone. Un buon successo anche per il presidente della Federazione Europea, Michael Platini, che stasarà in tribuna insieme con il vicepresidente vicario del Coni, Giorgio Scarso, il presidente della Figc, Giancarlo Abete, e il direttore generale Antonello Valentini che sono rimasti con la squadra dopo la semifinale con l’Olanda.

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