Immigrazione, sbarchi senza sosta

LAMPEDUSA – La nuova ondata di sbarchi di migranti, con l’immancabile corollario di morti, fa scattare l’allarme nel Canale di Sicilia. Anche perchè il Centro di prima accoglienza e soccorso di Lampedusa, che rappresenta l’avamposto di questa emergenza, è nuovamente al collasso. La struttura, che ha una capienza massima di 300 persone, ieri in mattinata contava già 855 ospiti. Un numero destinato ad aumentare, visto che gli arrivi si susseguono a ritmo sempre piu’ incalzante.

Le ultime segnalazioni riguardano un barcone con circa 200 profughi eritrei, che ha lanciato l’Sos perchè alla deriva e con una donna che rischia di partorire a bordo, e altre due ”carrette” che si trovano ancora in acque libiche: un gommone con una quarantina di immigrati e una barca con 110 somali.

Ma il bollettino dei soccorsi da parte della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza, che negli ultimi due giorni hanno tratto in salvo oltre un migliaio di migranti da Lampedusa a Capo Passero, si aggiorna di continuo con il passare delle ore. Di sicuro dall’altra parte del Mediterraneo le organizzazioni gestite dai trafficanti di esseri umani hanno dato nuovamente il via libera alle traversate, utilizzando piccoli gommoni insicuri al posto dei vecchi pescherecci ormai sempre più difficili da reperire sul mercato. Con il risultato di aumentare ulteriormente i rischi, trasformando i viaggi della speranza in tragedie. Come conferma il racconto dei 95 migranti raccolti, nella notte tra sabato e domenica, da una motovedetta della Guardia Costiera mentre erano aggrappati a una gabbia per l’allevamento di tonni trainata da un motopesca tunisino.

Secondo quanto hanno riferito una volta giunti a Lampedusa, una decina di compagni di viaggio sarebbero annegati dopo che l’equipaggio del peschereccio aveva respinto il tentativo dei naufraghi di salire a bordo, tagliando il cavo di traino della gabbia. La Procura di Agrigento non ha ancora aperto ufficialmente un’inchiesta, in attesa del rapporto degli investigatori che hanno raccolto le testimonianze dei superstiti.

– Quando arriverà – spiega il capo dell’ufficio, Renato Di Natale – apriremo un fascicolo, probabilmente per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Ma il magistrato sottolinea anche i problemi giuridici legati alla competenza sulla tragedia, avvenuta a 85 miglia a Sud di Lampedusa, in acque internazionali. Sulla vicenda interviene anche l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, che in una nota auspica che venga fatta luce rapidamente sulla dinamica dell’incidente e su eventuali responsabilità.

Laurens Jolles, delegato Unhcr per il Sud Europa, esprime ”apprezzamento per il lavoro svolto dalla Guardia Costiera, che con i suoi numerosi interventi è riuscita a mettere in salvo centinaia di vite”, e confida che ”le autorità possano mettere quanto prima a regime un sistema di trasferimenti rapidi, per consentire all’isola di Lampedusa di rimanere un luogo di prima accoglienza e transito, evitando così il verificarsi di situazioni di grave disagio gia’ registrate in passato”.

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