Scintille Merkel-Erdogan, convocati gli ambasciatori

ANKARA.- Brusca impennata di tensione fra Berlino e Ankara all’indomani della repressione della protesta dei giovani, che ora rischia di far deragliare la prevista ripresa delle trattative di adesione fra Turchia e Ue. Berlino ieri ha convocato l’ambasciatore turco. Per ritorsione Ankara ha convocato quello tedesco. Il governo di Berlino non ha gradito le reazioni muscolari di Erdogan alle condanne piovute dall’Europa, e le parole del ministro degli affari europei Egemen Bagis contro Angela Merkel, che lunedì si era detta ”scioccata” dal trattamento riservato ai giovani di Gezi Park. Per motivi ”tecnici”, che però non ingannano nessuno, Berlino ora chiede il rinvio dell’apertura di un nuovo capitolo negoziale fra Ue e Turchia, il primo dopo tre anni di gelo, prevista per giovedì prossimo. Bagis ha reagito accusando Merkel di fini elettorali, e quasi minacciandola: ”chi si occupa della Turchia finisce male”, come l’ex-presidente francese Nicolas Sarkozy, sconfitto alle presidenziali da Francois Hollande, ha avvertito. Ma il problema posto da Berlino non è di suscettibilità personale. Le immagini della repressione voluta dal premier turco contro manifestanti pacifici hanno fatto il giro del mondo, certo non creando simpatia per Ankara.La Germania, l’Olanda, e forse l’Austria, chiedono di bloccare l’apertura del nuovo capitolo, sulla politica regionale. O quantomeno Berlino, ha spiegato il capo della diplomazia tedesca Guido Westervelle, vorrebbe sostituirlo con un capitolo ‘democrazia e diritti umani’ come chiedono i giovani manifestanti e il ‘popolo laico’ turchi. Ma il ministro degli esteri Ahmet Davutoglu ha ribadito seccamente nei giorni scorsi chela Turchiasi considera ”una democrazia di prima classe”. I 27 dovrebbero prendere una decisione lunedì. Emma Bonino ha lanciato una proposta che forse potrebbe sbloccare la situazione. ”Non è il momento di chiudere la prospettiva europea della Turchia – ha avvertito – semmai è il momento di rilanciarla aprendo oltre al capitolo sulle politiche regionali anche quelli su diritti fondamentali e giustizia”. Uno stop alle trattative, ha avvertito Bagis, provocherebbe ”una reazione” truca. Ed Erdogan potrebbe congelare il dialogo politico con l’Ue. Intanto la situazione rimane tesa nel paese. Nella notte ci sono stati scontri a Ankara e Smirne. La protesta dell’Uomo in Piedi si estende. Migliaia di persone si fermano da lunedì nelle piazze del paese per chiedere più libertà e democrazia. Gli arresti di manifestanti continuano,18 aIstanbul ieri sono stati incolpati di ”appartenenza a organizzazione terrorista” e ”danneggiamento di beni pubblici”. Circa 50 simpatizzanti del partito islamico di Erdogan hanno attaccato con bastoni e coltelli un’assemblea di giovani ribelli. Una deputato di opposizione ha accusato la polizia di ”tortura psicologica” e di costringere i giovani arrestati a guardare le immagini di un comizio del premier. Erdogan ieri ha tenuto a Kayseri davanti a decine di migliaia di persone il primo di tre comizi oceanici che devono ripristinare la sua autorità, indebolita da tre settimane di proteste diffuse. Altri due sono previsti oggi e domenica sul mar Nero. Il premier è intanto tornato a denunciare ”il vandalismo e la barbarie” dei suo contestatori, già additati come ‘vandali’ e ‘terroristi’ a più riprese.

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