CONFEDERATIONS. All’Uruguay non basta Cavan, Il Brasile va in finale

ROMA – Il Brasile centra una storica tripletta. Per la prima volta nella Confederations una squadra conquista tre finali di fila. E può alzare il suo terzo trofeo di fila, il quarto in assoluto dopo quello del ‘97.

Nella semifinale contro l’Uruguay finisce 2-1, ma questa volta a favore della Selecao. A Belo Horizonte la festa finale è per i verdeoro. Non basta il primo gol di Cavani, i brasiliani esultano con le prodezze di Fred e Paulinho. Ma nel risultato hanno inciso anche Julio Cesar, con una super parata nel primo tempo deviando in angolo il rigore di Forlan, e il ct Felipe Scolari, capace di cambiare in corsa e trovando in Bernard ed Hernanes il cambio di ritmo che serviva. Bravi comunque gli uruguaiani, e Cavani oltre al gol ha meritato anche il premio come migliore giocatore della partita. Ma non è bastato perla Celeste, che non ha ripetuto il miracolo del Maracana di tanti anni fa. Ma ha dato davvero filo da torcere alla Selecao, specialmente all’inizio, ma poi quando si è fatta sentire la stanchezza è venuta fuori la freschezza e la classe di Neymar e compagni.

Nel prepartita oltre ai messaggi dei capitani contro il razzismo anche un commosso minuto di silenzio in ricordo di Marc-Vivien Foe, lo sfortunato nazionale del Camerun che proprio dieci anni fa in un’altra semifinale della Confederations (tra Camerun e Colombia), morì dopo un malore in campo.

La Selecao, nonostante i rientri di Paulinho e David Luiz, ha preso subito l’iniziativa ma ha l’Uruguay ha chiuso tutti gli spazi, subito pronto alle ripartenze.

Nell’Uruguay Tabarez ha confermato il tridente Forlan-Suarez-Cavani, mentre a centrocampo ha preferito Arevalo a Gargano. La prima emozione dopo un quarto d’ora l’ha regalata propriola Celeste: da un innocuo calcio d’angolo Luiz strattona ingenuamente Lozano, l’arbitro non ha dubbi e assegna il rigore. Forlan si presenta sul dischetto ma Julio Cesar, suo ex compagno di squadra ai tempi dell’Inter, lo ipnotizza e riesce a deviare in angolo con la punta delle dita il suo destro angolato. Era la scossa che i verdeoro aspettavano: da quel momento la squadra di Selecao è cresciuta minuto dopo minuto, ribattendo anche alle rudezze degli uruguaiani.

E al 41′ da un lancio lungo di Paulinho per Neymar è nato l’1-0: il fuoriclasse del Barca di esterno destro cerca il tocco morbido di esterno, ma Muslera respinge. Il pallone arriva però in mezzo all’area dove Fred d’esterno destro di controbalzo infila il pallone nell’angolo alla sinistra. Ma il vantaggio verdeoro non è durato molto: dopo appena tre minuti della ripresa Cavani si sblocca indovinando di sinistro l’angolo giusto dopo un batti e ribatti in area e una respinta corta di Thiago Silva.

Al 20′ rischio per la porta brasiliana per un colpo di testa di Suarez deviato provvidenzialmente in angolo da Thiago Silva. Ma col passare dei minuti il Brasile è cresciuto, anche grazie all’ingresso in campo del talento Bernard (al posto di Hulk). Poi Scolari ha mandato in campo anche Hernanes. Al 33′ l’Uruguay è andato vicinissimo al 2-1: ancora Cavani salta in dribbling Hernanes, ma il suo tiro è deviato da Luiz Gustavo ed esce di un niente a portiere battuto. Ma è l’ultimo guizzo di una squadra che ormai aveva dato tutto. Ora il Brasile, e con lui tutta una nazione, sognare ancora il trofeo (sarebbe il suo primo in Sudamerica). Lo aspetta una finale, dove l’Italia vuole esserci.

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