Morales minaccia di chiudere l’Ambasciata degli Stati uniti

BUENOS AIRES. – Il presidente della Bolivia, Evo Morales ha lanciato il guanto di sfida agli Stati Uniti annunciando che ‘’non gli tremerà la mano’’ se dovesse chiudere l’ambasciata americana a La Paz, ma sull’’odissea europea’ del suo volo, bloccato per oltre 14 ore a Vienna perché diversi paesi gli hanno chiuso i loro cieli temendo che a bordo ci fosse la ‘talpa’ del Datagate, Edward Snowden, l’America Latina si spacca.

Appoggiato dai presidenti di Venezuela, Ecuador, Argentina, Uruguay e Suriname, Morales ha voluto mandare un segnale al ‘’nemico imperialista’’ da Cochabamba, dove si è svolto il vertice dell’Unasud (l’Unione delle Nazione sudamericane), a cui però non c’è stata una partecipazione corale.

Il presidente del Perù, Ollanta Humala, non è voluto andare alla riunione e ha precisato che non si è trattato di un incontro ufficiale dell’Unione, della quale il suo paese è presidente di turno. Nemmeno il suo collega colombiano, Juan Manuel Santos, è andato a Cochabamba e dalla Svizzera, dove si trovava in visita, ha inviato un messaggio su twitter per dire ‘’solidarizziamo con Evo Morales perché quello che gli hanno fatto è inaudito, ma non permettiamo che diventi una crisi diplomatica tra l’America Latina e l’Ue’’.

Anche il presidente cileno, Sebastian Piñera, era assente al vertice in Bolivia, e la brasiliana Dilma Rousseff era rappresentata dal suo consigliere speciale, Marco Aurelio, e dal suo predecessore, Luiz Iñacio Lula da Silva. Il presidente ecuadoregno, Rafael Correa, ha denunciato quei paesi ‘’che si sono opposti e hanno bloccato la convocazione di un vertice’’. E il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha annunciato che al vertice del Mercosur che si terrà venerdì prossimo a Montevideo ‘’si cercherà di far approvare da tutti i paesi dell’Unasud il documento’’ sottoscritto dai partecipanti dell’incontro di Cochabomba.

Nella dichiarazione si afferma che l’offesa recata a Morales ‘’è stata fatta a tutta l’America Latina’’ e ‘’compromette il dialogo fra i due continenti’’, per cui si esige ‘’una rapida spiegazione e le scuse da parte dei paesi implicati in questa provocazione’’.