Anci, Fassino nuovo presidente

ROMA  – Un tavolo unico di interlocuzione col governo ma soprattutto autonomia di governo e di gestione: sono queste le parole d’ordine che impegneranno nei prossimi cinque anni l’Associazione nazionale dei Comuni. A stilarle è stato il neo-presidente Piero Fassino, attuale sindaco di Torino che ieri è stato eletto pressochè all’unanimità dai circa 800 delegati (un solo voto contrario e un astenuto) che hanno animato la XVI assemblea nazionale dell’Anci, andando a sostituire Graziano Delrio, passato nelle fila del governo, preceduto dai due mesi e mezzo di reggenza del vicepresidente Alessandro Cattaneo.

Forte l’apprezzamento e le aspettative per il nuovo leader dei Sindaci, che ha incassato anche un plauso bipartisan dal mondo della politica. Secondo le aspettative dei primi cittadini la gestione di Fassino, che nel suo discorso di insediamento ha messo nel mirino ”i 16 decreti che in 18 mesi hanno falcidiato le casse dei Comuni”, saprà impattare in maniera più diretta sulla politica nazionale, alla ricerca di un taglio gordiano su temi scottanti come il patto di stabilità, la spending review e l’Imu. Ai comuni, ha poi ribadito:

– Non serve nessuna forma di accentramento delle decisioni, è necessario invece avviare meccanismi operativi dai territori – che possiamo chiamare federalismo, regionalismo o come altro si vuole – che possano consentire una larga autonomia di governo e di gestione.

Fassino ha toccato anche il tema delle riforme e ha spiegato che ”non si può rivedere la seconda parte della Costituzione senza tener conto dei Comuni” e quindi ha chiesto al governo e al presidente del Consiglio Enrico Letta ”di coinvolgere in questa fase particolare i Comuni nelle fasi di confronto”, che però dovrà essere fatto con ”un unico tavolo negoziale”, utile anche per ”rivedere l’intelaiatura istituzionale che regola le relazioni tra primi cittadini e esecutivo”.

Oltre agli auguri dei sindaci, delle Regioni e delle altre organizzazioni degli enti locali, il neopresidente ha avuto il gradimento di gran parte del mondo della politica e del governo. Dal segretario del Pd Epifani (”la competenza, la serietà e la professionalità di Piero Fassino sono un’assoluta garanzia di fronte al grande e importante lavoro che lo attende”), al ministro Zanonato (”un’ottima scelta, l’uomo giusto”), passando per il governatore Cota (”la sua elezione è anche un riconoscimento per il Piemonte”) e il neosindaco di Roma Marino (”è una persona di grande statura istituzionale, un uomo che da ministro ha operato molto bene e che ora ha l’esperienza da sindaco di una grande città come Torino”).

Una nota stonata nel giorno dell’Assemblea l’ha evidenziata il sindaco M5s di Parma Federico Pizzarotti.

– Mi sono astenuto – ha riferito al termine del le procedure di voto – perchè candidare una sola persona alla presidenza Anci èr stato un errore, nel senso che avrei preferito una maggiore pluralità, che avrebbe espresso meglio le criticità del momento che stiamo vivendo.

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