L’Europa si prepara alla guerra commerciale contro Mosca

BRUXELLES. – Con la crisi che morde e la disoccupazione che non accenna a diminuire, l’Ue affila le armi della guerra commerciale su più fronti e, dopo la Cina e i pannelli solari, mette nel mirino la Russia per difendere il settore economico chiave dell’auto. Portando Mosca davanti al Wto alla sua prima disputa commerciale.

Dopo l’accordo di libero scambio con la Corea, che ha creato difficoltà ai produttori auto europei che lo hanno fortemente criticato e chiesto politiche commerciali più accorte, Bruxelles ha lanciato un’offensiva in direzione di Mosca, di cui aveva sostenuto l’ingresso nel Wto un anno fa. Con la convinzione che questa ponesse fine ai dazi imposti sulle esportazioni nel paese di auto ‘made in Ue’, penalizzate rispetto a quelle prodotte in loco.

Ma la Russia, appena nove giorni dopo il suo ingresso nell’Organizzazione mondiale per il commercio, il primo settembre 2012 ha di fatto reintrodotto il ‘balzello’ sotto forma di tassa per la rottamazione dei veicoli. Con costi esorbitanti: da 420 a 2.700 euro per le auto nuove, da 2.600 a 17.200 per quelle con più di tre anni, e che per altri veicoli tecnici salgono sino a 147.700 euro. Un conto salatissimo, che ha fatto entrare nelle casse russe 1,3 miliardi di euro a fronte di un valore dell’export Ue nel comparto di 10 miliardi. E che ha frenato le esportazioni, calate del 7% in appena un anno per di più nel contesto di un mercato russo in forte espansione.

– La tassa è incompatibile con le regole di base del Wto che vietano discriminazioni contro le importazioni e tra le importazioni – ha messo in chiaro il commissario Ue al commercio Karel De Gucht, sottolineando che i dazi russi  – stanno gravemente danneggiando il commercio in un settore chiave per l’economia europea.

Bruxelles contesta infatti che Mosca applichi questa tassa, di per sé lecita, solo alle auto Ue ma non a quelle russe né a quelle provenienti da Bielorussia e Kazakistan. Un trattamento che non va giù nemmeno a Giappone e a Stati Uniti, che potrebbero unirsi all’Europa nel reclamo al Wto a cui la Russia ha ora 60 giorni di tempo per trovare una soluzione condivisa. Altrimenti la palla passerà al Wto e l’Ue potrebbe far partire la rappresaglia chiedendo sanzioni equivalenti ai dazi pagati sulle auto.

Ci sono però altri settori su cui Bruxelles è in frizione con Mosca, dal legno all’agroalimentare. L’iniziativa di Bruxelles cade quindi come un avvertimento, sulla scia dell”operazione dazi’ effettuata con la Cina per i pannelli solari. Ma Mosca non si scompone, e fa sapere che agirà ”nel quadro delle procedure di soluzione” previste dal Wto.