S&P taglia il rating Italia e scolvolge il vertice di maggioranza

ROMA  – Le questioni aperte sia sul fronte fiscale che su quello del rilancio dell’economia e del lavoro saranno affrontate in una ‘cabina di regia’ a Palazzo Chigi. Un vertice di maggioranza che doveva discutere di Iva e lavoro ma che inevitabilmente vede l’agenda sconvolta dalla decisione dell’agenzia Standard & Poor’s di tagliare il rating dell’Italia.

Il nodo dell’Imu doveva essere affrontato nella riunione di giovedì 18 luglio ma dopo i rilievi dell’agenzia americana, che attribuisce proprio alla sospensione dell’Imu e il rinvio sull’Iva i ”rischi” per gli obiettivi di bilancio, il premier Enrico Letta torna a confermare ”l’impegno a togliere l’Imu sulla prima casa, vogliamo superare regime così com’è”.

Fonti del Tesoro dal canto loro evidenziano che la decisione di S&P è già superata dai fatti, ha uno sguardo retrospettivo e non guarda alle nuove misure prese dal governo come il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione e le misure sul lavoro. Una linea che sarà ribadita anche oggi.

Alla riunione a Palazzo Chigi dovrebbero partecipare i capigruppo di maggioranza, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Filippo Patroni Griffi, i ministri dell’Economia Saccomanni, del Lavoro Enrico Giovannini e dei Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini. Sull’Imu anche Bruxelles aveva messo l’Italia in guardia.

– Sono sicuro che il governo italiano prenderà seriamente in considerazione le raccomandazioni – aveva detto il commissario europeo Olli Rehn, sull’ipotesi di abolizione dell’Imu.

Nelle raccomandazioni la Ue chiede di spostare la tassazione dal lavoro a consumi e proprietà. Il vertice di maggioranza odierno doveva occuparsi principalmente dell’Iva e del lavoro ma nel giro di qualche giorno si dovrà anche risolvere il nodo dell’Imu, non solo sulla prima casa ma anche sui capannoni. Se per il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni questa ”è una cosa che riguarda il 2014”, il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato torna a ribadire che ”non ha senso mettere una tassa” del genere sugli immobili strumentali ”perché significa appesantire l’azienda dove produce ricchezza”. In ogni caso oggi potrebbe non essere la riunione risolutiva.

“Nella cabina di regia troveremo su Iva e Imu le soluzioni migliori per il Paese, d’intesa con la maggioranza” aveva fatto sapere Saccomanni in un tweet. All’appuntamento però i partiti di maggioranza potrebbero presentarsi con proposte di coperture per superare l’Imu sulla prima casa e l’aumento dell’Iva. Per quest’anno il costo è di 6 miliardi di euro (4 per l’Imu e 2 per l’Iva) che diventano a regime 8 miliardi (4 per Imu e 4 per Iva). Si guarda agli 800 miliardi di spesa pubblica per verificare se ci sono spazi per una ulteriore riduzione. In particolare si punterebbe ancora una volta allo sfoltimento delle agevolazioni fiscali

Italia come Marocco,Panama ma meglio di Spagna
Il grado di affidabilità dell’Italia è ormai allo stesso livello di Paesi come Marocco, Turchia o Bulgaria. Anche se nella cerchia ristretta del blocco dell’euro resta superiore al merito di credito di partner vicini come Spagna e Portogallo. E’ questo il giudizio decretato da Standard & Poor’s con la decisione di tagliare il rating dell’Italia a BBB, un livello che nella graduatoria dell’agenzia di rating sta a significare che un Paese ha adeguate capacità di rispettare gli obblighi finanziari, anche se condizioni economiche avverse o cambiamenti delle circostanze sono più facilmente associabili ad una minore capacità di rispettare gli obblighi finanziari assunti.

Nella classifica mondiale di S&P, il rating BBB risulta assegnato a solo 8 Paesi. Oltre all’Italia, ci sono tra gli Stati più vicini per area geografica Bulgaria, Lituania, Turchia e Marocco, per poi arrivare ai più esotici Bahrein, Bahamas e Panama. E tra i principali partner di Eurolandia a fare peggio dell’Italia sono la Spagna cui S&P assegna un rating BBB- e il Portogallo finito a livello spazzatura (BB), senza contare ovviamente gli ultra-declassati Grecia (a B-, ossia a un livello altamente speculativo) e Cipro (CCC, vale a dire ”estremamente speculativo”). A far meglio, invece, è l’Irlanda che nello sforzo di riemergere dal salvataggio internazionale, attualmente vanta un merito di credito di BBB+. Nell’empireo dei più virtuosi in Europa resistono con il voto massimo della Tripla AAA, Germania, Gran Bretagna, Finlandia, Lussemburgo, Paesi Bassi, mentre la Francia e anche gli Stati Uniti hanno patito un declassamento ad AA+.

Canada e Germania conservano tripla A
Standard & Poor’s taglia il rating dell’Italia, che si conferma il paese con i voti più bassi all’interno del G8 dove, comunque, il ‘club della Tripla A’ si é ormai ristretto a Germania e Canada.

Ecco di seguito le valutazioni di Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch, sui ‘Big’ del mondo, tra cui i paesi del G8, oltre a Spagna e Portogallo:

PAESE                   MOODY’S                           S&P                       FITCH

Stati Uniti            Aaa                                       AA+                       AAA

Canada                Aaa                                       AAA                      AAA

Giappone           Aa3                                       AA-                        A+

Francia                 Aa1                                       AA+                       AAA

Germania           Aaa                                       AAA                      AAA

Italia                      Baa2                                     BBB                       BBB+

Gran

Bretagna             Aa1                                       AAA                      AAA

Russia                   Baa1                                     BBB+                     BBB

Spagna                 Baa3                                     BBB-                      BBB

Portogallo           Ba3                                        BB                          BB+

 

Fmi taglia stime Pil globale, le nuove previsioni
L’economia mondiale cresce meno del previsto. E i rischi al ribasso restano dominanti e per rilanciare la crescita sono necessarie ulteriori azioni politiche. A scattare la fotografia dell’economia globale è il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) nell’aggiornamento del World Economic Outlook. Ecco di seguito le nuove stime del Fmi per il 2013 e il 2014. Fra parentesi vengono riportate le variazioni in punti percentuali rispetto alle previsioni di aprile.

   2013                                      2014

MONDO                              +3,1% (-0,2)                       +3,8% (-0,2)

STATI UNITI                  +1,7% (-0,2)                       +2,7% (-0,2)

AREA EURO                     -0,6% (-0,2)                        +0,9% (-0,1)

GERMANIA                    +0,3% (-0,3)                       +1,3% (-0,1)

FRANCIA                          -0,2% (-0,1)                        +0,8%

ITALIA                               -1,8% (-0,3)                        +0,7% (+0,2)

SPAGNA                             -1,6%                                    0,0 (-0,7)

REGNO UNITO               +0,9% (+0,3)                      +1,5%

GIAPPONE                      +2,0% (+0,5)                      +1,2% (-0,3)

CANADA                             +1,7% (+0,2)                      +2,2% (-0,2)

RUSSIA                                +2,5% (-0,9)                       +3,3% (-0,5)

CINA                                     +7,8% (-0,3)                       +7,7% (-0,6)

INDIA                                   +5,6% (-0,2)                       +6,3% (-0,1)

ECONOMIE

AVANZATE                         +1,2% (-0,1)                       +2,1% (-0,2)

ECONOMIE

EMERGENTI                       +5,0% (-0,3)                       +5,4% (-0,3)

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